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Il primo vero amore
Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba
... puniscimi, ma, ti scongiuro, fammi tua imprimendo su di me un marchio di possesso. Io lo subirò senza fiatare, anche se sarà dolorosissimo …! ”, lo supplicai, già in volo verso il più sublime dei piaceri. Il mio ondeggiare su di lui, le parole ma soprattutto la lingua che avevo ben affondato nella sua bocca aperta in sospiri estasiati, produssero un indurimento del suo membro fuori dalle regole, tanto da costringermi ad arretrare un po’ dalla sua arma giunta troppo in fondo alla mia vagina. Con mio immenso disagio e stupore, vidi una lacrima scendere sulla sua guancia e finirle sulle labbra. La raccolsi e la assaporai traendone un ulteriore piacere, di altra natura, è vero, che però contribuì ulteriormente a farmi dispiegare nuovamente le ali e spiccare l’ennesimo volo. Finalmente, ero riuscita a farmi possedere, anzi, a possederlo nel modo in cui avevo progettato di fare nelle mie animalesche e perverse fantasie di adolescente, ogni qualvolta lo spiavo, mentre si cambiava gli slip, oppure quando faceva sesso con la mia mamma ed io andavo ad osservarli dal buco della serratura, fantasticando di esserci io sotto di lui invece di lei, il cui corpo ormai non era più integro come invece lo era il ...
... mio. Spiando il loro rapporto, avevo imparato le prime tecniche sessuali che poi sperimentavo con i diversi fidanzatini, molto complimentosi per come io adoperavo la bocca o glielo sbattevo velocemente con le mani, senza però donargli la mia patatina, poiché era adoperata esclusivamente da quello che io ritenevo il fidanzato ufficiale del momento, che poi non era molto lungo …, giusto in attesa che giungesse il momento che stavo gustando infilzata dal pene del primo e vero amore della mia vita: mio padre. Quando lui raggiunse il piacere riversandolo completamente dentro la mia vagina, ebbi la certezza che, da quel momento in poi, sarei stata soltanto sua, la sua amante, la sua schiava, la sua donna, oltre che eternamente la sua bambina. Ed un’ulteriore conferma mi giunse quando, dopo una breve sosta, mi rivoltò a pancia sotto e, tanto per stabilire qual era una delle sue preferenze, mi prese con la stessa bestialità usata da tutti gli altri uomini che mi avevano sodomizzata prima di lui, al quale però avevo fatto credere d’essere ancora vergine, da quel lato, in modo da lasciargli la soddisfazione che piace tanto al maschio, e cioè, di essere stato il primo ad aver usufruito dell’ano di una donna.