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Il primo vero amore
Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba
... finito d’insaponarmi ricominciai da capo soffermandomi il più a lungo possibile fra le gambe, mugolando come stessi masturbandomi. Per la verità, è quello accadde dopo intime carezze. Il piacere mi invase dalla testa ai piedi fino a quando un incontenibile orgasmo mi piego letteralmente le ginocchia, lasciandomi scivolare sul piatto della doccia, senza più forze. Tutto inutile perché, la mia esibizione non era stata sufficiente a convincerlo ad entrare nel bagno e venire ad appagare le mie voglie. Dopo essermi asciugata, mi sono messa un asciugamano attorno al corpo e sono andata alla ricerca di mio padre. Era seduto come al solito sul divano intento a cercare un programma di suo gradimento. Senza dire nulla l’ho raggiunto e mi sono sdraiata appoggiando, come sempre, il capo sul suo grembo, coperto dal solito pigiama celestino chiaro, e questa volta, adagiandomi comodamente sul suo virgulto, e non sui femori come facevo quando non mi interessava ancora dal lato sessuale. Mio fratello non aveva affatto ragione su quanto aveva affermato. Il mio vecchio era avanti con gli anni certo, ma il suo vispo attrezzo rispondeva tenacemente alle sollecitazioni improvvise, anche se derivavano da contatti epidermici da parte di sua figlia. Per evitare che mi sfuggisse nuovamente, gli sbottonai la patta del pigiama dove il suo bel pitone vagava senza nemmeno il supporto dello slip, glielo tirai fuori e prima che potesse aver qualcosa da ridire, iniziai a leccarglielo con tutta la maestria ...
... accumulata nel fare la puttanella in giro. L’aggressione fu così veloce ed incisiva che non riuscì nemmeno a muoversi,se escludiamo il distendersi meraviglioso del suo pene che in un batti baleno raggiunse una misura così abbondante che non ricordo di avere mai visto prima nelle mie varie misurazioni corporali o visive. “ Fermati, ti prego, non voglio …! ”, si lamentò in tono flebile, con voce confusa dall’eccitazione. “ Sei la mia bambina, non devi …! ”, mormorò a mezza voce, tentando di allontanarmi con una mano, mentre il suo membro vibrante affermava tutt’altro. “ Si, papi. Ora smetto … ”, bofonchiai, impedita nella chiarezza dal suo glande, che sobbalzava impazzito fra le labbra e la mia lingua. “ Me ne vado, ma soltanto quando tu, sarai venuto ”, dichiarai, decisa ad assaggiare il liquido che un tempo mi aveva procreata. Forse le mie parole, o forse la mia bocca, ma subito dopo ottenni il mio premio a forma di sperma: calda, leggermente acre, ma di una piacevolezza unica, mai gustata prima. Fiotti che raggiunsero la mia gola dopo avermi deliziato il palato impossibili da trattenere in quel tratto per continuare a gustarli in tutte le loro sfumature naturali, e che scivolarono nello stomaco rafforzando ancora di più l’eccitazione che mi faceva impazzire di piacere. “ Ora, scopami …! ”, lo esortai, slacciando l’asciugamano, offrendomi a lui, sdraiata sul divano a gambe aperte. “ Questo non posso proprio farlo. Già mi hai traviato con la bocca, e non avrei dovuto cedere, ...