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Il primo vero amore
Data: 11/09/2020, Categorie: Incesti Autore: Tara Bulba
... visto che sei mia figlia, ma non voglio assolutamente che succeda l’irreparabile … ; non me lo perdonerei mai! ”, rispose deciso, alzandosi di scatto, fuggendo subito dopo verso la sua camera da letto dove, rumorosamente, chiuse a chiave. Ero imbestialita, oltre che arrapata in modo doloroso. Ero stata lasciata da sola a rodermi insoddisfatta, inappagata, proprio nel momento più speciale della mia vita, nel momento che avevo raggiunto l’apice del piacere, quello che ogni figlia, credo, fantastichi di provare col proprio padre almeno una volta nella sua esistenza. Dovevo sfogarmi, e come al solito, a chi mi sarei potuta rivolgere se non ad Adamo, mio fratello, il quale, dopo avermi ascoltata attentamente, si era recato in sala a prendere da bere nel mobile bar. “ Tieni, bevi …, per dimenticare …! ”, aveva ironizzato, passandomi del te freddo, molto zuccherato. “ Comunque, la colpa è tua, sorellina! Dovevi tenerlo in fregola a lungo e poi offrirgliela quando era al settimo cielo, e non dopo averlo ciucciato con le tue labbra così carnose da fare rinascere un infartuato ”, mi aveva spiegato, con aria da professore. In effetti , aveva ragione lui. Non avrei dovuto farlo godere così in fretta ma solo adoperare la bocca per indurirlo e tenerlo sulle spine, e poi dopo offrirgli la mia passera. Quel ripensare all’accaduto, mi stava nuovamente eccitando. E non soltanto quello, ma probabilmente anche il te che stavo bevendo stava agendo sui miei sensi. Quel porco di mio fratello mi ...
... aveva incistata con qualche schifezza di sua conoscenza, ed ora, ero li, fra le sue braccia che mi contorcevo dalla voglia, pronta a concedermi a lui come se fossi stata una troia, e non sua sorella. “ Adesso ti soddisfo io, sorellina, non temere ”, mi sussurrò, mentre mi levava gli indumenti. In quel momento, anche se fosse stato un cavallo o un mulo, mi sarei adattata ad ogni genere di penetrazione, tanto ero infiammata fra le gambe. Cosa che successe di lì a pochi secondi. Adamo si inserì in me con un colpo solo ben assestato, poi continuò a montarmi con prepotenza, quasi come se intendesse spaccarmi in due. “ Si, così, rompimi tutta, ma fammi godere, ti prego. Ho tanta voglia di sciogliermi, di annegare nel tuo sperma, di godere, godere e poi ancora godere, fino a morire di piacere …! ”, mi sentii mormorare, poco prima che in me esplodesse il più devastante degli orgasmi. Mentre ero a farmi la doccia, avvertii il campanello di casa suonare. Mentre nuda, mi stavo asciugando i capelli col fon, sentii aprire la porta del bagno, e dallo specchio vidi Adamo ed anche i tre pokeristi che mi avevano posseduta per rivalersi del debito contratto da mio fratello. “ Devi di nuovo farmi una cortesia, piccola. Ho nuovamente perso a carte, e loro pretendono di riscuotere, altrimenti mi … ”, accennò, Adamo, senza finire la frase. In un primo momento feci la ritrosa tanto per non dimostrare che il sentirmi sfruttata mi piaceva infinitamente, poi, prima che mi saltassero addosso, misi ...