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T o n y
Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul
... vorrei provare, ma deve essere con qualcuno che è speciale, uno che è davvero mio amico. Qualcuno come te! Ma solo per provare… eh?” “Si… solo per provare. Anch’io!” Non potevo credere che stesse capitando tutto questo. Ero ancora seduto mezzo nudo con il più meraviglioso degli amici e mi stava accadendo proprio quello che avevo fantasticato di più negli ultimi mesi. E lui mi aveva appena detto che voleva provare a fare l’amore con il suo migliore amico, cioè con me. Lui aveva detto sesso, ma per me era ancora la stessa cosa. Ero diventato il suo migliore amico. Fu in quel momento che udimmo la voce di mia madre provenire dall’altra parte della casa. Mi chiamava. Ce l’eravamo semplicemente scordata ed era stato un miracolo che non fosse venuta a cercarmi di persona. Davvero un miracolo. “Smettetela di giocare!” urlò “Michele…” che poi sarei io “vieni ad aiutarmi. Continuerete domani!” L’atmosfera magica che si era creata tra noi si ruppe. Immediatamente cercammo di coprirci, tirandoci su mutande e pantaloni. Tony mi mormorò un ciao, lanciò il suo buonasera a mia madre e corse via, senza voltarsi. Il giorno dopo andai a cercarlo, oppure fu lui a cercare me, fatto sta che ci incontrammo appena dietro l’angolo del palazzo dove abitavo. “Vuoi venire a casa da me?” chiesi “Giochiamo un’altra volta a flipper!” Non era quello che intendevo, lui lo sapeva bene e ci venne di corsa. Appena arrivammo nella mia camera, chiusi a chiave la porta e insieme ci ...
... abbassammo i pantaloni. Bastò uno sguardo per capire che entrambi eravamo contenti di trovarci là e molto propensi a riprendere il discorso dal punto in cui mia madre ci aveva interrotti. In quel momento poi mamma non era a casa. Pensavo si sedesse accanto a me, invece Tony mi si mise davanti e s’inginocchiò. Cominciò ad accarezzarmi l’uccello, praticamente facendomi una sega. Furono le più belle sensazioni che avessi mai provato, assolutamente imparagonabili a tutte le volte in cui mi ero toccato da solo. Tony mi aveva afferrato l’uccello con la mano destra e lo stava menando lentamente, con fare esperto, era attento a rallentare quando vedeva che per me si avvicinava il momento dell’orgasmo. E con l’altra mano non smetteva da accarezzarmi fra le gambe e la pancia, di stringermi leggermente le palle. I suoi e i miei sforzi di trattenermi furono inutili e arrivò troppo presto il momento in cui con un sospiro raggiunsi l’orgasmo più incredibile della mia ancor breve vita. Tony si nascose dietro la sua mano per salvarsi dagli schizzi che altrimenti l’avrebbero centrato in faccia, qualche goccia colò sul pavimento ed io crollai sul letto, con l’affanno, cercando di calmarmi, di tornare in me, ma non desiderandolo affatto. Ci pensò lui: “Tocca a me ora” disse con voce un po’ rude, svegliandomi dal sogno in cui galleggiavo con tutta la voluttà che mi era consentita dalla mia età e da tutta l’inesperienza che potevo avere. Ci scambiammo di posto e gli presi l’uccello ...