1. T o n y


    Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... in mano, ripetendo in tutto i suoi movimenti. Lo stavo accarezzando ad occhi chiusi, quando la voce di mia madre interruppe un’altra volta le nostre esperienze sessuali.
    
    Mi chiamava da un po’, era già arrabbiata e sarebbe presto arrivata alla mia porta, trovandola chiusa, se non le avessi dato voce.
    
    Lo feci: “Si, mamma, arrivo!” urlai.
    
    Tony mi guardò incredulo: “No, cazzo! Non ora… ma tu mi devi una sega! Sarà per la prossima volta!”
    
    Con quella promessa ci lasciammo.
    
    Nei giorni successivi però pareva scomparso: non lo vidi più per strada, nei soliti posti che frequentavamo, nessuno l’aveva incontrato. Non venne neppure agli scout. Lo cercai a casa e sua madre mi disse che era fuori.
    
    Finalmente l’incontrai, era a piedi ed io in bicicletta.
    
    “Che ti è successo? Perché mi eviti?” chiesi ed ero già sul punto di piangere, per la contentezza di averlo incontrato e per la tristezza che provavo a vederlo. Teneva gli occhi bassi e sfuggiva il mio sguardo.
    
    “I miei genitori” spiegò con una voce piana e troppo calma per essere la sua “non vogliono che ci vediamo. Loro credono che la nostra amicizia non vada bene, che tu non sia adatto a me!”
    
    “E che vuol dire?”
    
    Non credevo a quello che stavo ascoltando.
    
    “Dicono che sei troppo grande per giocare con me!”
    
    “Eh? Ma se ho solo un anno più di te… no… è anche meno di un anno! Che cazzata è questa?” gridai “E poi siamo stati amici per tanto tempo e adesso, tutto a un tratto, pensano che io non vada ...
    ... bene?”
    
    “Loro dicono così!”
    
    Strinse le spalle e si allontanò.
    
    Pedalai con furia verso casa, sperando di finire sotto un camion.
    
    Passò il tempo, venne l’inverno.
    
    Vidi Tony molte altre volte, ma sempre con altri, perché continuammo a frequentare gli stessi amici, la stessa scuola, lo stesso gruppo di scout. Quando ci incontravamo, raramente parlavamo fra noi, anzi quasi mai, se non per scambiarci quelle poche parole indispensabili fra due persone che non possono far finta di non conoscersi più dopo che si sono frequentate.
    
    Una sera, era quasi natale, alla fine della riunione degli scout, quando ormai ero riuscito a non pensare più a lui, nel senso che quando mi masturbavo immaginavo di fare l’amore con qualche altro che non fosse Tony, si avvicinò.
    
    Stavo chiacchierando con altri amici e si mise davanti a me:
    
    “Non dimenticare che me ne devi una!”
    
    Così disse e se ne andò com’era venuto.
    
    Incuriositi da quell’atteggiamento strano, i ragazzi che erano con me mi chiesero di cosa si trattasse, ma io riuscii soltanto ad arrossire:
    
    “E… che ne so…” balbettai “boh! Forse voleva dirmi che gli devo passare la copia domani al compito di matematica…” mi inventai riprendendo un poco il controllo delle mie azioni.
    
    Per fortuna eravamo per strada ed era buio, così non ci si vedeva tanto bene, altrimenti avrebbero scoperto che ero diventato prima rosso e poi ero impallidito.
    
    Mi aveva parlato, era tornato a parlarmi e per me quello era tutto ciò che desideravo, anche se mi ...
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