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T o n y
Data: 18/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul
... preoccupava che l’avesse fatto davanti ai nostri amici, quasi rivelando il nostro segreto. Il giorno dopo a scuola sfuggì il mio sguardo implorante, semplicemente ignorandomi, la sera c’era ancora riunione agli scout e mi aspettavo un altro suo segnale. Me lo dette. E che segnale! Noi scout ci incontravamo nell’antico palazzo vescovile, un edificio settecentesco, tutto scale e corridoi, lunghi loggiati, sottotetti e lucernari, un luogo carico di mistero che conoscevamo bene, perché lo frequentavamo da anni. Le nostre stanze erano all’ultimo piano e vi si accedeva da un ballatoio che dava nel chiostro interno proprio dietro alla grande meridiana che dominava il lato a sud. Ci incontravamo in piazza, poi tutti insieme imboccavamo una scalinata che ci portava all’ultimo piano. Mentre salivamo Tony mi affiancò: “Quando arriviamo sopra non entrare e seguimi!” Vidi che quasi si fermava e mi misi accanto a lui, gli altri ci sorpassarono lungo le scale e restammo per ultimi. Quando fummo davanti alla porta, improvvisamente cambiò direzione ed io gli andai dietro. Si diresse verso la meridiana, saltò la balaustra e si mise in equilibrio sul cornicione che era abbastanza largo, ma si trovava a circa venti metri da terra. “Vieni…” mi fece segno con la mano “vieni qua!” mi ordinò. Esitai. “Ho detto vieni” sibilò ed era chiaramente incazzato. Con molta attenzione, sedendomi sul parapetto e voltandomi lentamente, appoggiai i piedi sul cornicione. Mettermi in ...
... piedi fu ancora più difficile e l’idea di guardare giù mi diede un conato di vomito, ma lo raggiunsi. Lui nel frattempo era andato a mettersi al di là dell’ago della meridiana. Tremavo come una foglia, ma mi bloccai e dimenticai il posto dove mi trovavo, perché Tony. Apertosi il cappotto, si stava lentamente sbottonando i pantaloni e se li calò fino alle ginocchia, poi si abbassò le mutande e il suo uccello schizzò fuori, già duro. “Escilo…” disse “ esci il pisello!” Meccanicamente guardai sotto per vedere se c’era gente, ebbi un capogiro e rischiai di cadere, mi afferrai alla cornice della meridiana. “Dai, tiralo fuori, finocchio. Lo so che non aspetti altro! Stiamo qua per vedere se sei davvero finocchio come penso io!” E così, dimentico di dov’ero, incurante di chi potesse vederci, oppure semplicemente cercarci, mi aprii il davanti dei pantaloni e lo tirai fuori, già duro anche il mio. “Menatelo con me…” disse con il fiato spezzato dall’emozione. Cominciai a masturbarmi anch’io, in piedi sul cornicione, davanti alla meridiana del palazzo vescovile, dove tutti avrebbero potuto vederci, se entrando nell’atrio avessero alzato gli occhi. Però non mi importava, perché non pensavo più a nulla se non al suo meraviglioso uccello che vedevo apparire e sparire nella mano che lo stringeva, al suo corpo che vedevo tendersi negli spasimi dell’orgasmo. La mia paura, il terrore di trovarmi dov’ero, si erano trasformati in pure eccitazione e anch’io ero vicinissimo a ...