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La mia prima pipa
Data: 21/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Dany66
... alle scale pervaso dall’eccitazione di quell’ avventura oramai incombente. Salii le prime rampe di scale. Studenti e insegnanti scendevano e salivano a loro volta. Ufficialmente stavo rientrando in classe per via della mia indisposizione. Giunto al piano delle aule, essendoci ancora gente che stazionava nei pressi delle scale, dovetti necessariamente fare finta di incamminarmi verso il corridoio ove era ubicata la mia classe, andando e venendo con fare del tutto indifferente, ma cercando di mantenere in vista la situazione dell’ andirivieni lungo le rampe di scale. La campanella che segnava l’ inizio dell’ ora di lezione successiva era già suonata e gli ultimi rimasti si affrettavano a raggiungere le loro classi, ma ci vollero alcuni, interminabili, minuti, prima che l’ ambiente fosse totalmente sgombro. Al momento opportuno mi avviai di nuovo verso le scale. Il tragitto pericoloso partiva da lì. Iniziando a sentire il cuore in gola, presi furtivamente a salire l’ultima rampa di gradini che portava al piano superiore, ove erano ubicate le camere da letto. Prima di incamminarmi lungo il corridoio che porta al refettorio feci timidamente capolino per assicurarmi che non vi fosse nessuno in giro. Sentii le gambe tremare accedendo alla sala della mensa ma riuscii a mantenere un passo normale (nel caso avessi incontrato qualcuno avevo pronta la giustificazione di essere salito di sopra per chiedere un’aspirina al personale della cucina … non era consentito ma la scusa era ...
... plausibile). Prima di entrare nell’ ampio salone ove erano disposti i tavoli della mensa, che apparivano già apparecchiati per il pranzo, mi fermai di nuovo per una sbirciata. Avrei dovuto attraversarlo tutto fino alla parte opposta. L’ ambiente appariva deserto ma vi era il grosso pericolo che durante il mio passaggio qualcuno vi accedesse dalla cucina. Trattenni il respiro accingendomi all’ attraversamento, cercando di mantenere il passo normale. La porta mobile di accesso alla cucina appariva fortunatamente chiusa. Superai senza difficoltà il refettorio e presi per il corridoio principale che conduceva alle camere. Iniziai automaticamente ad affrettare il passo. Mi mancava il respiro. Superai il primo corridoio di lato e svoltai quasi correndo per il secondo a destra. La terza porta a sinistra era quella di Carlo. Bussai sommessamente e la porta si aprì immediatamente. Feci ingresso nella camera rilasciando completamente i muscoli e mi gettai quasi di schianto sul letto, respirando affannosamente. "Ma quanto cazzo ci hai messo, porca miseria!”, imprecò sottovoce il ragazzo senza prestare alcuna attenzione al fatto che dovevo apparire un bel po’ scosso dallo stress emotivo del pericoloso tragitto. “Dai, non abbiamo molto tempo …”, proseguì cinicamente Carlo togliendo la camicia e iniziando a sbottonarsi i pantaloni. Feci cenno con la mano di attendere un attimo e chiesi un bicchier d’ acqua. Carlo si indirizzò verso il lavandino e riempì un bicchiere al rubinetto. Bevvi avidamente ...