1. Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"


    Data: 26/08/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    Quando apprese la notizia, la sig.ra De Rosa sbiancò in volto, le mani le tremarono e persero la presa sul portafogli rosa shocking marcato Prada che cadde sul parquet, e un pugno di monete rintoccarono seccamente sul Wengè Africa sul quale si specchiava a trentadue denti il sole di mezzogiorno prima di spalmarsi sulle pareti rosa salmone del salotto riverberando sull’espressione sclerotizzata nel terrore della proprietaria di casa, evidenziandone il pallore innaturalmente diafano. Giorgina si fiondò a braccia protese sulla sua datrice di lavoro un attimo prima che ella cadesse a peso morto sul tavolino di cristallo posto davanti al divano panoramico New Orleans in pelle nera - che da solo vale un terzo del mutuo che il suo Lucio ha acceso per l’acquisto dell’appartamento all’angolo tra via Montecalvario e via Speranzella - e l’adagiò con tutte le premure del caso sulla chaise-longue, per poi correre in cucina a riempire un bicchiere d’acqua, nel quale sciolse un paio di zollette di zucchero. “Signora!”, sbottò la domestica quando vide la sua padrona riprendere un minimo di colore naturale, “Mi ha fatto prendere una paura. Ma cos’è stato? Si sente meglio?” “Sì sì, tranquilla Giorgina”, la rassicurò la sig.ra De Rosa, “è stato solo un mancamento lieve e passeggero. Deve essere questo caldo...”. Si portò la mano alla fronte, chiuse gli occhi e contrasse le labbra. “Che mi stavi dicendo prima?”, disse poi, ostentando un tono calmo ma allo stesso tempo deciso. “Eh, signo’, e ...
    ... chi si ricorda... vuie m’avite fatto scantà”, rispose la ragazza, ancora visibilmente agitata. “Non parlare in dialetto, Giorgina. Te l’ho detto mille volte”, la rimproverò fiaccamente la donna, “Comunque, mi pare che stessi alludendo a certe telecamere che ha installato il tuo moroso... Non ricordo bene...” “Aaah... le telecamere... sì... e niente, signo’, l’altro giorno Lucio mio venne qua nel palazzo, abbascio ‘e garage... cioè, scusate, volevo dire giù ai garage... per sistemare le telecamere... nun m’arricordo comme l’ha chiamato... ‘o circulino chiuso, mi pare”. “Circuito chiuso”, sospirò la De Rosa guardando il soffitto a mo’ di implorazione, “l’ha chiamato circuito chiuso”, e si schiaffeggiò la fronte rassegnata. “Sì sì, proprio così l’ha chiamato”, squillò raggiante Giorgina, “circuito chiuso. Accussì ‘o guardapurtune può tenè tutto sotto controllo, specie ‘a notte... con tutti ‘sti fetienti a piede libero...” “E basta con questo napoletano!”, scattò la padrona di casa balzando in piedi, adesso rossa in viso. Raccolse il portafogli e ne estrasse tre banconote da dieci che mise in mano alla ragazza. “Tieni, vai a casa ora, che ho un mucchio di cose da fare. Ci vediamo dopodomani”. Giorgina guardò stupefatta la sua mentore uscire dal salotto e imboccare il corridoio, diretta nell’ala notte dell’appartamento. Ci mise qualche istante a riprendersi dallo stupore per la reazione incomprensibile di una donna che era stata con lei sempre a dir poco gentile e garbata, nei modi ...
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