1. Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"


    Data: 26/08/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... gradito omaggio del marito per il suo 28imo genetliaco, grugnendole all’orecchio oscenità che il solo ricordarle le sferza di brividi le carni. Rievocare la grassa volgarità di quei commenti e gli epiteti che le venivano sputati addosso con foga animale, infuse un’ulteriore energia alle dita, che ora esploravano l’interno del punto nevralgico del suo piacere. Sentì l’indistinto ribollire delle viscere salire in superficie vertiginosamente, preannuncio inequivocabile di un orgasmo imminente, tumultuoso, che esplose in ogni cellula del suo corpo, sfibrando i tessuti dei muscoli che si tesero allo spasmo, la schiena s’inarcò sul fondo della vasca, la bocca semiaperta imbarcò piccole onde d’acqua, mentre il gorgoglio di urla voluttuose accompagnò l’ultimo sforzo delle dita, che stremate strappavano dalle labbra indolenzite e contratte l’ultimo frammento di quell’esplosione rovente, portandosi via la scia vischiosa dell’amplesso, proprio nello stesso istante in cui l’immaginazione le diede distinta la sensazione degli schizzi potenti e copiosi del suo stallone inondarle il grembo. * Con una paglia di trinciato stropicciata che gli pendeva mezza spenta da un lato della bocca, il camice da bidello aperto sul ventre da avvinazzato mal contenuto da una canottiera di un paio di taglie indecorosamente più piccole del necessario, braghe alla zuava verdi militare, infradito di gomma Forza Napoli ai piedi, zazzera grigiastra raccolta in un codino striminzito e spelacchiato, come le ...
    ... setole di uno scopettino per bottiglie troppo a lungo usato, Carmine Cammarota spazzava la pavimentazione in porfido dell’androne, agitando ogni tanto la ramazza in direzione dei piccioni che planavano sulla corte - illuminata in parte dall’abbacinante luce del sole che pioveva di sbieco, dopo aver vinto la resistenza di antenne, parabole, panni stesi ad asciugare su fitte ragnatele di corde, mansarde tirate su abusivamente e quant’altro ancora affollava i tetti dei palazzi affumicati che si affastellavano uno sull’altro lungo la salita di Montecalvario - per beccare rimasugli di cibo tra gli interstizi dei blocchi di pietra disposti a lisca di pesce, sottolineando i minacciosi volteggi dell’improvvisata scimitarra con poco amichevoli sciò sciò, bestiacce immonde, ma si capiva dal tono e, soprattutto, dall’enfasi col quale accentava l’epiteto, che destinatari dei suoi strali erano coloro che gettavano generi commestibili di ogni tipo, sebbene ridotti a briciole e pastone, da sopra abbasso col fine di sfamare gli stomaci onnivori di queste discariche alate, solleticandone le acide scacazzate, che a lui poi, pena lavata di faccia da parte di chi l’aveva assunto con conseguente decurtazione salariale per manchevolezza di mansione, toccava scartavetrare da terra – e ci puoi passare anche mezza giornata inginocchiato come un penitente su quelle pietre, ma la fetenzia di quei malcreati quando si azzecca ci vuole la mano di nostro Signore per lavarla via. È così, come un don Chisciotte ...
«1...345...10»