1. Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"


    Data: 26/08/2017, Categorie: Etero Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... come nei toni, quindi recuperò la borsa dall’attaccapanni nell’ingresso e uscì, chiudendosi alle spalle la massiccia porta blindata senza fare rumore. * Rimasta sola, la sig.ra De Rosa recuperò uno spinello confezionato dal cassetto della coiffeuse stile XVIII secolo marcata Maisons du monde, in perfetto pendant col resto dell’arredamento della camera da letto, e si chiuse in bagno. Stupida stupida stupida, ripeteva alla sua immagine riflessa allo specchio, sei soltanto una povera stupida. Doveva riflettere. Rilassarsi e riflettere. Una doccia. Ci vuole una doccia. Anzi no, un bagno caldo. Fanculo ai 35° all’ombra, un bagno caldo è quello che le serve per riprendere il controllo dei suoi nervi e della situazione. Sudare, espellere tossine, riflettere, riflettere, riflettere. La sua mente, ancora ottenebrata dalla notizia che le aveva sconvolto la giornata, cominciava ad elaborare la soluzione al suo problema, selezionando inconsciamente le varie alternative. Alla fine non ne sarebbe rimasta che una. Accese la canna di ottimo marocchino, aspirò, trattenne per un po’ il fiato e finalmente liberò dalla bocca e dalle narici il fumo denso e azzurrognolo. Girò entrambe le manopole della vasca da bagno. Miscelò i flussi di acqua calda e fredda fin quando non fu soddisfatta della temperatura. Tappò il buco, aggiunse sali rilassanti di un azzurro intenso e crema di bagnoschiuma alla vaniglia. Ritornò allo specchio, atteggiò le labbra unendole e sporgendole all’infuori, come se ...
    ... volessero schioccare un bacio, e si passò i polpastrelli dei medi sulle sopracciglia, stirandole, e poi sotto agli occhi, tirando la pelle sottile e delicata fino a quando la vista non ne risultò appannata. Staccò la chiusura del reggiseno e due seni perfetti, rotondi, grossi a sufficienza da suscitare nel più pacato tra gli uomini i pensieri più lubrici, trionfarono superbi. Le corone di un rosa chiaro brillavano per un velo di sudore e i capezzoli gonfi e appuntiti aggredirono lo spazio con regale alterigia. Raccolse la chioma permanentata di fresco in un nodo sopra la nuca e l’assicurò al morso di un mollettone di legno intarsiato per tenerlo su. Sfilò gli anelli dalle dita e li dispose in fila sulla piccola mensola fissata sopra al lavandino, poi aprì un’anta alla destra dello specchio, staccò un batuffolo di ovatta, ci spruzzò sopra un po’ di detergente e prese a struccarsi dagli occhi il velo di rimmel. Il leggero fruscio sulla pelle di quell’operazione era assorbito dai tonfi cupi dell’acqua. La schiuma si montava ai lati del piccolo vortice come fosse albume e da lì si spandeva per tutta la vasca, come una nuvola. La sig.ra De Rosa buttò il batuffolo macchiato di colore nella piccola pattumiera in alluminio e si sfilò il perizoma. Si grattò il triangolo ricciuto che le ricopriva il monte di Venere, folto in alto e via via più sfumato verso il basso, fino a lasciare glabre le vellutate labbra della fica, quindi chiuse l’acqua. Prese il posacenere e lo pose su un lato della ...
«1234...10»