Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"
Data: 26/08/2017,
Categorie:
Etero
Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti
... vasca, tra gli shampoo e i bagnoschiuma. Aprì la finestra, non tutta ma il necessario per far fuoriuscire il vapore che già appannava le superfici lisce della stanza da bagno, e sul davanzale accese l’estremità scura di un nag champa, dalla quale immediatamente si sprigionò un filo di fumo intensissimo. Si cacciò in bocca lo spinello, tirò forte ripetutamente per risvegliare la brace assopita e immerse un piede fino alla caviglia, agitandolo nell’acqua per saggiarne la temperatura. Poi mise anche l’altro e rimase dritta in piedi per qualche secondo. Il pelo dell’acqua le arrivava sotto alle ginocchia e la schiuma le solleticava la pelle. Si accovacciò, assaporò il piacere che le davano le piccole onde che lambivano il sesso, lasciandole impigliati tra i peli dell’inguine minuscoli grumi di schiuma. Infine si sedette, distese le gambe, poggiò la testa sul bordo, trasalendo per la scossa di freddezza che la ceramica smaltata le propagò dalla nuca lungo la spina dorsale, e si lasciò scivolare sul fondo della vasca. Il fumo dell’hascisc s’impastava a quello dell’incenso rendendo l’aria spessa e satura di un afrore fortemente orientale, e insieme formavano un composto aeriforme scuro che mitigava il compatto biancore del vapore che lievitava lento dall’acqua bollente. Finalmente rasserenata, la sig.ra De Rosa gustò il suo spinello fin quando la brace non arrivò al cartoncino che faceva da filtro. Con gli occhi chiusi aspettò che la confusa nebulosa che le avvolgeva la mente si ...
... diradasse lasciandole i circuiti percettivi carichi di ebbrezza e si espandesse, con l’ondulata mollezza di un’onda, per tutto il corpo, avvolgendo sinuosamente i punti nevralgici, chimerici epicentri della tensione che sentiva gradualmente dissolversi. Adesso sapeva cosa doveva fare, e questa consapevolezza le ridiede quella sicurezza che tutt’un tratto le era venuta meno alle parole della servetta, al punto da farla vacillare sulle gambe. Sentì il torpore salirle dalle ginocchia sopra la superficie delle cosce, i capezzoli inturgidirsi e protendersi in punte dure e vibranti, mentre qualcosa si scioglieva al centro dell’addome e un magma, che percepiva salir su dal profondo delle viscere, si convogliava verso il basso ventre, laddove le labbra del suo sesso ricevevano un’abbondante pulsione di sangue e si aprivano come grossi petali cremisi. Come se ogni atto fosse una conseguenza dell’ordine naturale e armonico del cosmo, portò una mano tra le gambe, morse con forza il labbro inferiore per contrastare il violento piacere che le scaricò lungo la spina dorsale il contatto delle lunghe dita con l’interno delle labbra e prese a carezzarsi il clitoride, con piccoli e lenti movimenti concentrici, mentre sullo sfondo delle palpebre chiuse prese corpo sempre più nitidamente, come un’immagine gradualmente messa a fuoco da un obiettivo puntato sulle sue fantasie più recondite, la figura bruna di Arturo che se la chiava da dietro, sul cofano ancora caldo della Classe A200 color magenta, ...