Montecalvario Blues: "Extremis Malis, Extrema Remedia"
Data: 26/08/2017,
Categorie:
Etero
Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti
... lanciato a razzo contro i mulini a vento, che lo sorprese una divertita Giorgina allorché fece capolino sulla sommità dello scalone. Quell’uomo le aveva sempre fatto una gran simpatia, forse per il suo aspetto da orso con la gotta, sempre impacciato nei movimenti, oggettivamente brutto, ma brutto di una bruttezza così in netto contrasto con la gentilezza e l’affabilità che le riservava da far intuire un’eleganza d’altri tempi nei modi e un garbo che la vita, pur provandolo con una sofferenza che ne incideva il volto con rughe profonde e ne determinava l’artritica andatura, aveva tutto sommato risparmiato. Ma su tutto le davano intimo godimento le reazioni che il vecchio aveva quando lei gli ostentava sotto al naso le esuberanze delle sue grazie, provocandolo e al tempo stesso invitandolo, mettendo in scena una gustosa dicotomia tra la gentilezza di cui sopra e la cupidigia che gli deflagrava nelle iridi incandescenti, spie inequivocabili dei morsi di una lussuria nient’affatto sopita. Col sorriso sbarazzino che le irradiava sul volto un’aria maliziosa, dunque, la bella Giorgina si stirò sui floridi fianchi il vestitino di cotone leggero a fantasia floreale, acconciò il seno opulento nelle coppe del reggiseno, sollevando prima una tetta e poi l’altra, che adesso si affacciavano al sole dall’ampio décolleté come due teste glabre di neoati, e, menando sfacciatamente il sedere a destra e sinistra, prese a scendere la dozzina di scale che conducevano alla corte. “Buongiorno, ...
... Carmine”, cinguettò allegra non appena arrivò nei pressi dell’uomo. “Buongiorno a te, Giorgina”, rispose il portiere asciugandosi la pelata imperlata di sudore con un fazzoletto di stoffa e ricambiando, con lieve e naturale imbarazzo, il sorriso della ragazza con una meno estetica ghigna sgangherata, che mostrò una dentatura guasta e macchiata di nicotina. “Ti fanno spantecà ‘sti picciùni, eh”, disse ridendo. “Eh, Giorgina bella, più correttamente mi fann ittà ‘o sang. Loro e chi sacc je”. “Non ti avvelenare, Carmine”, le fece eco comprensiva la ragazza, mentre trafficava nella borsa alla ricerca del cellulare che si palesava con Non dirgli mai di Gigi D’Alessio, a volume crescente via via che emergeva da sotto il contenuto che lo seppelliva. “Uè Gaia”, squillò e liquidò con un sorriso e un gesto della mano il portiere – al quale non era sfuggita una porzione di seno sbucata da sotto l’ascella nel momento in cui la bella Giorgina alzava il braccio per salutarlo – avviandosi verso l’uscita. Carmine, come ipnotizzato, seguì l’oscillare del grosso culo che disegnava poetici ghirigori nell’aria immobile e afosa, fin quando svoltò l’angolo; si aggiustò il pacco di colpo gonfiatosi, quindi accese la cicca oramai spenta, poggiò la scopa al muro e prese la strada della guardiola. Si era fatta, tra una cosa e l’altra, ora di pranzo. * La sig.ra De Rosa irruppe in portineria senza bussare - o almeno Carmine non avvertì nessun avviso di permesso prima di sobbalzare dalla sedia come punto da ...