Schiavo di una dea Pt. 2
Data: 26/09/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: 736174616E, Fonte: EroticiRacconti
... se lo dici tu…poi però non ti lamentare”. Si slacciò i nodi e si sfilò le scarpe di ginnastica, ciascuna grande come una nave. Non credo di essere molto distante dalla realtà se dicessi di aver visto del fumo bianco uscire da quelle “navi”. La gigantessa si sfilò poi i calzini bianchi e li mise all’interno delle scarpe, e, infine, posò i piedoni nudi a terra, provocando uno schianto che, come al solito, mi fece cadere a gambe all’aria. In breve tempo arrivò un tanfo talmente insopportabile che cominciai a tossire…e in alto la situazione non doveva essere tanto diversa, perché Erika fece “Oddio, Giù!” mentre si tappava il naso. “Te l’avevo detto!” rispose seccata Giusy “Ma se questa puzza è insopportabile per noi, immagina per lui! È così vicino ai miei piedi, non so se il suo nasino microscopico riuscirà a resistere”. “Giù non ti dimenticare che è un insetto, e gli insetti sono a tratti dagli odori, non è vero pidocchio?”. Le parole di Erika celavano un comando abbastanza chiaro su cosa fare. Incurante dell’odore mi lanciai verso il piede sinistro di Giusy, pregando di non morire asfissiato. Per la prima volta feci attenzione alle fattezze delle estremità della gigantessa: i piedi erano lunghi ed affusolati, le unghie curatissime…insomma Giusy era perfetta anche lì. Arrivato alle dita l’odore era davvero potentissimo, sembrava che mi penetrasse dentro fino alle ossa. Ma mi feci coraggio pensando che quelle erano comunque le estremità della ragazza più bella che avessi mai ...
... visto e mi lanciai verso l’alluce, che mi arrivava più o meno al ginocchio e diedi una prima leccata. Immediatamente mi dimenticai del terribile tanfo che respiravo quando il sapore acre del sudore caldissimo mi riempì la bocca. In più sentivo sulla lingua grumi di sporcizia e piccoli pezzi di cotone, staccatisi probabilmente dal calzino, che fui costretto ad ingoiare (Erika mi osservava, non sarebbe stato saggio mettersi a sputare). “Oddio, mi sta leccando le dita del piede” disse Giusy, tra il sorpreso e il disgustato. “Te l’ho detto che all’insettino piacevano il sapore e l’odore del tuo piedone” disse Erika, con aria quasi di saccenza. Intanto io mi dimenavo all’interno di quel sudiciume, leccando, baciando, massaggiando come potevo; totalmente assuefatto all’odore di quel piede e al sapore di quel sudore, l’unica cosa che ormai sentivo era la sporcizia accumulata tra i cerchi dei polpastrelli e nelle fessure tra le dita, che ingoiavo come se fosse il piatto preferito. La gigantessa rispondeva alle mie attenzioni muovendo alzando leggermente le dita interessate; per quel poco di esperienza che avevo fatto con Erika, quello era segno che stava gradendo. Giusy, dall’alto, confermò questa supposizione “Però, mi sta piacendo…oltre al fatto, già piacevole in sé, di avere un ragazzo microscopico che si sta occupando di pulire il mio piedone sporco, riesco a sentire la sua minuscola lingua dimenarsi sotto le mie dita…mi fa come una sorta di solletico piacevole…e poi mi sembra di ...