Schiavo di una dea Pt. 2
Data: 26/09/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: 736174616E, Fonte: EroticiRacconti
... scarpe e scalza mi raggiunse in soli 3 passi, mentre io, dolorante in ogni parte, mi contorcevo a terra. “Mi hai preso per una cretina, microbo? Altre volte sei stato nel mio piedone e ti sei retto benissimo…nonostante fossi anche più piccolo e debole di quanto eri stamattina!” disse mentre mi calpestava con la pianta nuda e sudata. La mia testa andò a finire precisamente tra l’alluce e il secondo dito, e da lì potevo vedere le chilometriche gambe di Erika che terminavano nell’addome, le mastodontiche tette che oscuravano parte del viso severo della gigantessa che mi osservava. “Padrona, è vero che ho avuto l’onore di essere all’interno del suo divino piede anche in dimensioni ridotte rispetto a quelle di oggi…ma essere più piccoli non dà solo degli svantaggi, anzi consente di avere più punti di appoggio e più attrito con le superfici, oltre ad essere meno esposti alle correnti prodotte dalla potenza del movimento del suo piede…oggi tutto questo è mancato e sono volato via subito, all’interno del negozio. Mia dea, deve credermi, non c’è altro posto in cui vorrei essere ora che sotto il suo piedone.” Per confermare le mie parole, cominciai a leccare, e di fatto a lavare, le dita del piede di Erika, sporche della polvere accumulatasi durante la passeggiata della mattina, e umide per il sudore. La gigantessa non disse nulla. Avevo colpito nel segno. Ed ero sicuro che le facesse piacere che il suo schiavetto avesse deciso spontaneamente di farle un po’ di pulizia ai piedi. Dopo ...
... una ventina di secondi, quando avevo quasi terminato la ripulitura dell’alluce, Erika riprese a parlare: “Ok microbo, passi anche questa volta…ma che una situazione del genere non si ripeta più…la prossima volta ti schiaccio all’istante oppure ti mangio facendoti sciogliere nel mio stomaco, mettendo fine alla tua inutile esistenza da insetto.” “Grazie, dea Erika, grazie della sua infinita bontà! Non so proprio cosa ho fatto di buono per meritarmi di essere ai piedi di una simile padrona!”. “Bla bla bla…finiscila di blaterare, pidocchio che non sei altro, e vieni a massaggiarmi i piedi…oggi i tacchi me li hanno distrutti”. Mi afferrò il collo tra alluce e secondo dito e mi fece volare sul letto, dove presto mi raggiunse. Messaggiava al cellulare e guardava la televisione mentre io davo il massimo per compiacere i giganteschi piedoni. Vedevo che era ancora un po' incazzata per la questione della mia fuga, perchè, ogni tanto, senza preavviso, uno dei titanici piedi si abbatteva su di me, schiacciandomi contro il materasso. Inerme e indifeso, assaporavo il contatto con la pelle umida delle piante, non mi ribellavo neppure, ma aspettavo che la mia padrona mi liberasse dalla potente morsa di quei piedoni per tornare a respirare e ricominciare a venerarli da bravo schiavetto. Le giornate si susseguirono di lì in poi senza particolari eventi, con io che mi umiliavo venerando la quindicenne Erika come mia somma dea e padrona, obbedendo ad ogni suo ordine, che per lo più consisteva nel ...