Schiavo di una dea Pt. 2
Data: 26/09/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: 736174616E, Fonte: EroticiRacconti
... ricevere un massaggio ai piedi o una pulizia degli stessi. Penso che in realtà la stragrande maggioranza delle volte non ne avesse fisicamente bisogno…però il fatto di avere un uomo adulto alla mercè dei suoi piedi, un uomo che la chiamava “dea” e che le leccava i piedi a comando, un uomo che ormai viveva solamente per soddisfare i suoi desideri, e che, nonostante ciò, avrebbe potuto annientare in ogni momento con una semplice pressione del mignolo del suo piede…tutto questo la faceva sentire una vera divinità. Ogni tanto Erika si divertiva con me in prove e giochini: ad esempio, dovevo portare una ciabatta (grande per me quanto un autobus) entro 1 minuto dalla scrivania al letto, pena la pulizia della stessa con la mia lingua; e lo stesso accadeva con scarpe, mutande e calzini; oppure giocavamo a nascondino, con io che mi nascondevo bene a causa della ridotta stazza, ma che inesorabilmente finivo schiacciato sotto il piedone della gigantessa al momento di fare “tana”. Poi iniziò la scuola e la mia giornata assunse una scaletta ben definita: al mattino svegliavo la mia padrona leccandole la pianta dei piedi; poi finivo rimpiccolito tra le dita di un piedone o dell’altro a fare il lavoro di pulizia mattutina; passavo il resto nella mattina chiuso nella mia casa-cassetto finchè Erika non tornava da scuola e mi portava a tavola per il pranzo all’interno delle sue tettone, passandomi ogni tanto delle briciole di cibo dall’alto, dato che era l’unico formato di cibo che potevo ...
... inghiottire. Il pomeriggio lo passavo da bravo insettino sulle ciabatte della gigantessa, sotto la scrivania, mentre lei studiava o era al pc; da lì mi prodigavo in bacini o leccate, di mia iniziativa o, più frequentemente, su ordine della gigantessa; a Erika, mentre parlava al telefono o mandava sms, piaceva spupazzarmi da un piede all’altro, sollevarmi prendendomi tra alluce e indice e portarmi ad altitudini per me imponenti accavallando le gambe, lanciarmi dall’uno all’altro piede, calpestarmi a piede nudo o sotto la ciabatta, e così via. La sera, invece, era dedicata ai giochini, o più in generale, ai massaggi, che eseguivo mentre la mia padrona guardava la tv. Il mio piano di avvicinarmi ad Erika stava funzionando, perché la gigantessa mi dava sempre più libertà quando non c’era, consentendomi addirittura di vagare liberamente per la sua stanza (ma con la porta chiusa a chiave da fuori). Inoltre ero diventato anche un buon confidente…spesso la sera, dopo aver effettuato il solito lavoro da schiavetto ai suoi piedi, mi prendeva e mi metteva sulla spalla o tra i suoi seni per parlare con me. Tra l’atro Erika mi aveva procurato un microfono, una cuffia bluetooth che si applica all’orecchio, che si collegava wireless alle casse dello stereo nella stanza, in modo da sentirmi parlare anche quando ero alto un cm schiacciato sotto il suo piedone o quando, come detto, la sera mi poggiava sulle morbidissime tette, cuscini dalla grandezza sconfinata per una persona alta 4 cm. * * * ...