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Il matto del paese
Data: 10/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: bkbkbk
... ricorda, non devi dirlo a nessuno.� Non ti preoccupare.� Sicuro?� Sicuro! Comunque sei bravo, le sai fare bene, come quella del giornaletto, Zora... Zora la Vampira.� Basta Donato! Non si ripeterà più.� Perché?� Perché no. E basta!� Non sono stato bravo? Gianni mi diceva che ero bravo.� Ma quale Gianni?� Non lo conosci.� Chi sarebbe?� Non lo conosci, è uno di Pievedoro.. Un ricchione come te.� Non sono un ricchione, che cazzo dici.� Si lo sei, lo so... ma sei più bravo di Gianni, mi piace di più, sembri Zora.Mi spiazzava sempre di più, non riuscivo a tenergli testa e lo chiamavano lo scemo del paese. Provammo a continuare lo studio della poesia ma, ormai, con la testa non ci stavo più nemmeno io: mi feci dare una sigaretta e la fumai con lui, cercando di parlare del più e del meno. A questo aggiunsi un dito di grappa, di quella casalinga, che devo ammettere mi rilassò molto e mi tolse quella sensazione di �cuore in gola� che mi tormentava. Il caldo, finalmente, stava un po' allentando la presa e, malgrado dal corpo di Donato provenisse un forte odore di sudore ...
... e sperma, che non lasciava dubbi su ciò che era successo, avevo come la sensazione di aver sognato. Ciò che più mi stupiva era quella sua duplice personalità: così pacata e sommessa in quel momento e così decisamente violenta e decisa durante il sesso, quasi si trattasse di due persone diverse.� Ti è piaciuto essere mia moglie prima? � mi chiese all'improvviso.� Dai Donato, facciamola finita, se no non vengo più.� Dimmi se ti è piaciuto, lo voglio sapere.� Che palle che sei, basta, non ne voglio più parlare.� Hai visto che cazzo grosso che ho? Hai visto? Lo vuoi rivedere?� Smettila!� Senti qui! � disse prendendomi con uno scatto felino la mano e mettendosela sul pacco.� Lasciami!� Senti come è duro... è per te!� Lasciami! � cercai di rispondere piagnucolando, ma senza riuscire a liberare la mano.� Fammene un altra... dai... ho voglia...� No, non voglio.� Allora parlo con Don Carlo, gli dico che sei ricchione! � aggiunse ridendo.Le mie gambe ripresero a tremare, non sapevo cosa fare. Lui rideva eccitato e mi sembrava che più opponevo resistenza più si eccitava.