1. Dalia - cap. 16: i nipoti (parte 2)


    Data: 03/11/2020, Categorie: Tradimenti Autore: DonEladio, Fonte: Annunci69

    ... tempo.
    
    Dalia, per contro, aveva il fuoco tra le gambe: corse a sua volta in bagno e si masturbò furiosamente, dapprima usando le sole mani, poi aiutandosi con ogni oggetto potesse venirle in soccorso. Raggiunse rapidamente un violento orgasmo, ma era lontanissima dall’essere soddisfatta: aveva bisogno di cazzo, moriva dalla voglia di sentire un bel pezzo di carne calda e dura penetrarle nelle viscere, aveva bisogno di sentire una paio di mani ruvide e decise strapazzarle i seni e le natiche, provava il bisogno di sentire l’odore acre di maschio che si agitava all’interno del suo corpo e infine aveva la necessità di sentirsi riempita di liquido caldo in uno qualsiasi dei suoi buchi. Tutto questo non poteva darglielo né la mano, né il doccino del bagno, né nessun altro oggetto.
    
    In preda ad un’eccitazione accecante prese Jasmine, la vestì alla bellemeglio e la lasciò dal padre accampando una scusa, dicendo che doveva fare non so cosa e che sarebbe tornata il prima possibile; poi si avviò a piedi con le idee ben chiare sulla propria destinazione, sentiva le proprie gambe tremare ad ogni passo veloce sui tacchi, sentiva l’imbarazzante sensazione di qualcosa di umido che comincia a gocciolare dalla figa pulsante e bramosa di piacere sotto la gonna senza intimo, sentiva le tettone gonfie e libere dal reggiseno muoversi a destra e sinistra al ritmo del suo incedere, era consapevole del loro movimento e i capezzoli duri e svergognati che puntavano lo sguardo di ogni passante ...
    ... la facevano sentire troia, tutti la guardavano e cominciò a chiedersi se era solo per il suo abbigliamento o se per caso anche la sua espressione non raccontasse a tutti che aveva bisogno immediato ed irrinunciabile di cazzo; sentiva gli sguardi di tutto il paese accarezzarle la pelle mentre si avvicinava a destinazione e fu quasi sul punto di urlare in faccia al prossimo passante che sì, stava andando a farsi scopare come una cagna, quando arrivò davanti al portone del pub del paese. Erano passate da poco le 3 del pomeriggio ed era praticamente deserto: oltre al proprietario Salvatore, che possedeva il locale da sempre e conosceva Dalia da quando aveva 6 anni, c’erano due sconosciuti seduti al bancone davanti a un boccale di birra e altri due davanti alle macchinette mangiasoldi: erano due dei tre meccanici che avevano lavorato all’officina di Max (l’amico di Alfio) e che, da quando l’officina era stata sequestrata e Max arrestato, passavano le loro giornate in quel bar senza far niente di buono.
    
    Mia moglie squadrò l’ambiente in silenzio finchè tutti i presenti appoggiarono i loro sguardi su di lei; poi chiuse il portone alle proprie spalle, fece due passi verso il centro della sala, con un rapido gesto si sfilò il vestito e restò completamente nuda sui tacchi.
    
    “Ho bisogno di essere scopata per bene” affermò con la stessa naturalezza di chi entra dal panettiere e dichiara di aver bisogno di un chilo di pane.
    
    Le reazioni furono diverse: i due al bancone la guardarono ...
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