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Giochi di potere di un poliziotto molto cattivo
Data: 20/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: GSAwNSA77
... boccuccia. Sai fare meglio di così. E non penso che ti dispiacerà uscire di qui con la fedina penale pulita. Sai che potrei chiudere un occhio su quello che ho visto stanotte”. A quelle parole lasciai cadere tutte le mie paure e con l’affondo successivo lo presi fino in gola a costo di rischiare di soffocare. Mi scopava la bocca come se fosse una figa, a ogni colpo sentivo il naso affondare nel cespuglio di peli e sbattere contro il suo pube. Dovevo combattere contro i conati e trattenere le lacrime che mi riempivano gli occhi lucidi. “Dai! Succhia! So che è quello che vuoi! Sei una lurida....” continuò ad apostrofarmi con aria soddisfatta. Intanto con il suo cazzo che spingeva fino in gola la saliva mi si accumulava in bocca e a ogni colpo fuoriusciva sempre più abbondante colandomi sul mento e sul collo. Anch’io avevo il cazzo durissimo, ma con le mani legate dietro la schiena non potevo toccarmi. Il trattamento che mi stava riservando non era sicuramente tra i più delicati, ma in balìa di quell’uomo in divisa avevo perso tutte le inibizioni. Ero talmente eccitato che per un istante mi dimenticai della drammaticità della situazione. Dopo una decina di minuti di puro godimento fu lui a decidere di smettere. Mi prese per un braccio facendo scivolare a terra la coperta e mi scaraventò sul tavolo. Ero in piedi con il busto appoggiato sul legno freddo, le braccia sempre immobilizzate dietro la schiena e le gambe leggermente divaricate. Con le sue grandi mani iniziò dapprima ...
... a palparmi e strizzarmi le chiappe, poi a schiaffeggiarle lasciando delle chiare impronte arrossate. Ero eccitatissimo, non volevo che smettesse. Mi allargò bene le gambe e sputò un paio di volte sul buco commentando “Guarda che bella fighetta slabbrata”. Poi prese il manganello appoggiato sul tavolo e me lo passò sul mento e sulla bocca per recuperare un po’ di saliva. Quando me lo appoggiò sul buco ebbi un sussulto al contatto con il freddo della punta. Passarono poche frazioni di secondo prima che iniziò a spingerlo dentro. Mi penetrava lentamente con quel pezzo di gomma dura di forma fallica. Spingeva roteando il polso un po’ a destra e un po’ a sinistra per facilitare l’entrata nelle mie viscere. Il buco si dilatava e si contraeva abbracciando sinuosamente i movimenti inizialmente lenti e poi sempre più veloci e profondi. Con il mento appoggiato al tavolo vedevo nello specchio l’immagine di quel maschio che mi stava scopando con il manganello. Con una mano si occupava del mio culo mentre con l’altra si masturbava l’uccellone durissimo a pochi centimetri dal mio buco. Ero completamente sottomesso dal mio carnefice che era visibilmente eccitato e sul punto di possedermi. L’espressione sul suo volto era cambiata. Aveva il solito sguardo severo, ma potevo chiaramente distinguere che il disgusto iniziale aveva lasciato il posto a un estremo bisogno di sbattermi. La mia sottomissione lo stava caricando. Anch’io ero sempre più eccitato e la troia in me stava prendendo il ...