1. Era d'estate, tanto tempo fa


    Data: 12/12/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Edipo

    ... lavanda e i pavimenti erano così lucidi che ci si specchiava quasi. Era scontento e infelice, se in città non si batteva chiodo non vedeva come in campagna potesse andare meglio. Una cugina di sua madre che viveva in America aveva scritto sei mesi prima ai parenti per trovare un marito italiano a sua figlia, il marito gliel'avevano trovato e ora era venuta per far conoscere alla ragazza il suo fidanzato. Concetta, o meglio Kitty come la chiamavano in patria, era una ragazzona alta e ipervitaminizzata che parlava quasi solo americano. Il futuro vecchio capiva soltanto che il carro era l'automobile e il pezzo erano i soldi; la cugina gli regalò la cioccolata, la gomma masticante e le saponette. Dovette subire l'umiliazione di farle da cavaliere servente: non essendo possibile che i due fidanzati passeggiassero da soli, lui doveva accompagnare la cugina per salvare le apparenze. Certamente provava un gusto particolare nel rompere le scatole al promesso sposo che gli lanciava occhiate furiose per la sua inopportuna presenza. Un giorno però si fece corrompere da cento lire che quello gli passò di nascosto. Allora si allontanò e iniziò un lungo vagare per sentieri e viottoli, finché non giunse in una parte del paese che conosceva poco: case sparse, divise da piccoli orti e dietro un basso muro un vicoletto d'una decina di metri che conduceva a una bassa casa annerita, le imposte chiuse e una donna seduta sui gradini che lo fissava, gli occhi chiari diretti decisamente verso di ...
    ... lui. La sua età era indefinibile, i capelli neri avvolti in un fazzoletto scuro e scuri erano anche i suoi abiti. Il ragazzo si turbò nel sentirsi guardato con tanta sfrontatezza, arrossì e fece due o tre passi che lo portarono fuori della visuale della donna; nel frattempo un uomo si avvicinava a passi rapidi, gli passò dinanzi girando la faccia da un'altra parte, superò il muretto e si avviò per il vicolo. Udì delle voci sommesse, il cigolio di una porta che si chiudeva girando pesante sui cardini. Quella, dunque, era la famosa zia Tonina, l'essere di cui le donne parlavano sottovoce, con orrore e disprezzo, non senza accompagnare il suo nome con gli appellativi più infamanti per una donna. Origliando qua e là aveva sentito cose incredibili sul suo conto e si diceva che non ci fosse donna in paese che non avesse avuto il marito o un fratello o un figlio o un nipote traviato da lei. Continuò a passeggiare non potendo fare a meno di pensare a quello che stava facendo zia Tonina con il suo visitatore e provò un brivido nel ricordare gli occhi della donna che lo scrutavano. Quando tornò a casa fu investito dai rimproveri dei genitori che lo accusarono di essere venuto meno al suo compito di guardiano. Il fidanzato della cugina, con somma faccia tosta, aveva detto che a un certo punto lo avevano perso di vista e non riuscendo a ritrovarlo, erano subito tornati indietro. Ci voleva poco per immaginare che prima di ritornare si erano scambiati baci e carezze ma l'incidente, se non ...
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