1. Era d'estate, tanto tempo fa


    Data: 12/12/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Edipo

    ... stava per arrivare alla gioia finale. Per la prima volta entrò in una donna e spingeva più che poteva, incitato dalla serva dei suoi che aveva fretta di concludere, forse per un lungo digiuno o forse per timore che venisse scoperto quell'amplesso con chi poteva esserle figlio. Un timore che nasceva più dall'esigenza di evitare imbarazzo perché ben sapeva che ai genitori del ragazzo in fondo non sarebbe dispiaciuto se l'avesse iniziato lei piuttosto che una puttana sifilitica o una ragazzina inesperta che sarebbe rimasta incinta. Dai suoi gemiti capì che stava per arrivare e lo fece uscire e attese che la forza della gioventù erompesse in tutto il suo entusiasmo: le mani velocizzarono la conclusione e il liquido bianco che munse si confuse con il bianco delle lenzuola che lei stessa l'indomani, alla partenza dei padroni, avrebbe restituito al loro candore. Lui capì, o forse intuì, che le donne erano come quelle lenzuola: potevano essere macchiate dai maschi ma un sapiente lavaggio le avrebbe rese di nuovo immacolate. "Rivestiti, che prendi freddo", gli sussurrò prima di andarsene furtiva. Erano bastati pochi minuti per conoscere le donne. Così pensava ma avrebbe imparato che non bastano gli anni di una vita per conoscerle veramente. La mattina dopo tutto era pronto per la partenza. Saveria aveva l'aria placida di sempre ...
    ... e nessuno avrebbe mai pensato che poche ore prima erano nudi insieme. Annamaria era più selvaggia del solito, il viso tirato come se avesse mal di denti. Gli portò un cestino pieno di more e gli fece scivolare tra le dita un pezzetto di carta. Quando lo aprì vide il disegno di un cuore trafitto da una freccia e una breve frase: Ti aspeto lestate che viene. Ebbe un tuffo al cuore e ancora di più quando sull'auto ormai in moto la vide nascosta dietro un albero che gli lanciava baci. Stupida lei o più stupido lui a non capire niente? L'estate successiva non l'avrebbe rivista perché durante l'inverno un contadino la mise incinta e se la portò a casa sua. Saveria parlando con sua madre biasimò la spudoratezza di quella figlia che del resto non aveva mai amato. "Sono i tempi, non si capisce più nulla", rispose sua madre,"questi americani ci hanno portato troppi vizi e i giovani non hanno più ritegno." "E' vero", rispose Saveria, "quando noi eravamo ragazze era diverso." La ragazzina si accarezzava le gambe dondolanti, forse pensava ai maschi a cui piaceva e che piacevano a lei. Sapeva di essere davvero bellina, persino il vecchio porco del terrazzo di fronte la fissava ebete. Lanciò uno sguardo nella sua direzione, per vedere se la stava spiando. Il vecchio però aveva chiuso gli occhi e scacciato i ricordi. Stava aspettando. 
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