1. La mia dea ventenne


    Data: 29/11/2020, Categorie: Etero Autore: _cami_, Fonte: RaccontiMilu

    ... dovuto parcheggiare il mio "giocattolone" e lei si infilò in un vialetto di selciato. Sistemato il camion, scesi e la seguii, trovandola all'entrata di un condominio che sembrava nuovo. Aprì la porta e cominciò a salire i gradini, avevo una gran bella vista del suo fondoschiena da quel punto, seguendola per le scale, la mia mente vagava nei pensieri più assurdi e sentivo la patta dei pantaloni stringere sempre di più; cercando di mantenere la calma pensavo "infondo è solo un caffè" ma alla mia mente e al mio pisello non bastava per autoconvincersi che era meglio tranquillizzarsi. Finalmente arrivammo al piano, c'era solo la sua porta. Aprì ed entrai nel suo paradiso. Un bel appartamento, piccolo ma adeguato a una ragazza di vent'anni meno di me. Vent'anni cavolo, ma ti rendi conto? Sei a casa di una ventenne, una che potrebbe essere tua figlia, continuavo a pensare. E più ci pensavo più la mia eccitazione saliva. "Siediti pure, vado a cambiarmi e torno, questi vestiti sanno di cocomero!" e uscendo dal salotto mi fece l'occhiolino. Avevo il pisello duro come una roccia, non riuscivo a controllarlo e non riuscivo a smettere di pensare a lei, nella stanza a fianco, che si spogliava e sceglieva dall'armadio quali capi mettersi. Starà togliendo i pantaloni, pensavo, ora la canotta, è in intimo, ora sceglie dei pantaloncini comodi da casa e una maglietta, magari un po' larga ed esce.. Sentii la porta della camera aprirsi, mi voltai cercandola con gli occhi e girandomi verso il ...
    ... corridoio. La vidi nella semioscurità e il mio cuore per un attimo si fermò. Credevo di morire. La mia dea camminava verso di me con i piedi nudi e addosso niente di più che un paio di slip di pizzo nero che lasciavano vedere tutto il ben di dio la sotto e un sensualissimo babydoll anch'esso di pizzo nero. Sembrava una pantera mentre camminava per venirmi incontro, io, la sua preda. Con un sorrisino malizioso si avvicinò e mi si sedette cavalcioni in braccio, appoggiando la sua passerotta giusto sopra il mio arnese che ormai stava per far esplodere i pantaloni. Sorrise, poi mi disse "non era forse questo che volevi?" poi mi baciò. Fece entrare la sua lingua nella mia bocca e giocò con la mia che era vogliosa di lei. Senza pensarci troppo mi alzai dalla sedia prendendola in braccio, accarezzandole le cosce e le natiche e mi avvicinai alla porta, attraversai il corridoio, arrivai all'uscio della camera e l'appoggiai li, fermandomi a leccarle il collo e poi più giù, sui suoi seni meravigliosi, i suoi seni da dea, leccarle i capezzoli e sentirli duri e rizzati in aria che volevano solo me. La accarezzavo tutta tenendola in braccio appoggiata li sulla porta. Da quanto non sentivo un corpo così bello, così sodo, così giovane? E lei era li, che ansimava e rideva, divertita di aver fatto suo un'altro uomo, di aver vinto anche questa volta. Aprì la porta che quasi non me ne accorsi e per poco non persi l'equilibrio, si liberò dalla mia presa forte e mi spinse sul letto, dove finii con un ...