Diario
Data: 13/12/2020,
Categorie:
Etero
Incesti
Dominazione / BDSM
Autore: Marina
... sapore di sesso e quello era davvero inebriante. Chiusi gli occhi e iniziai piano a scendere su quel membro fino a sentirlo arrivare alla gola, poi risalii e ripiombai giù. Iniziai a muovere la testa e a succhiare ogni volta che era possibile. Quel sapore di maschio mi stava facendo impazzire. D�improvviso il suono del clacson di un camion mi fece sobbalzare. Qualcuno ci aveva visti e era l�autista di un camion che ci aveva accostato. Feci per alzarmi, ma la mano di Adolfo mi tenne giù.�Continua a pompare, troia � disse tenendomi in modo che potessi muovermi ma che non potessi lasciare il suo sesso � non preoccuparti di offrire un po� di spettacolo, chi ti vede ne sarà sicuramente felice.�Così, senza che lui mi trattenesse, continuai il mio su e giù, lento, veloce, con passione, con tenerezza, con rispetto e con amore. Sentivo il rumore del camion che ci stava vicino e sapevo che quell�uomo ci stava guardando. Ma io continuai, con tutto l�amore che potevo.Finché lo sentii fremere, irrigidirsi. Mi mise di nuovo la mano sul capo per non farmi alzare.�Bevi puttana � disse mentre fiotti di caldo seme ...
... inondavano la mia bocca � bevi tutto, bevi la sborra del tuo padrone.�Le sue parole furono ordini perentori a cui non pensai affatto di disubbidire, anche se non avevo mai fatto una cosa simile. Così ingoiai il suo seme, caldo, dolce, amaro, aspro. Lo mandai giù a piccoli sorsi e poi pulii il suo scettro con la lingua. Quando vidi che non poteva più donarmi nemmeno una goccia mi sollevai e finalmente guardai il camionista.�Brava troia � disse Adolfo soddisfatto � ora apri la bocca e fagli vedere che hai ingoiato tutto.�Come una cagnetta ubbidiente spalancai la bocca verso il camionista tirando tutta la lingua fuori, era chiaro che avevo ingoiato tutto. Non mi sorpresi nemmeno nel fare un gesto così particolare e trasgressivo. Avevo in un attimo cancellato tutte le antipatie, il rancore, il fastidio che provavo prima per quel ragazzo. Ora ero davvero sua, la sua troia, la sua puttana, come mi stava chiamando. Ora davvero avrei ubbidito a qualsiasi suo ordine.Soddisfatto, Adolfo mi accarezzo la testa come si fa con un cane, premette sull�acceleratore e si diresse verso casa, dove arrivammo dopo pochi minuti.