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Portraits: Fine di una perversione
Data: 26/12/2020, Categorie: Sentimentali Autore: Leliste
[Questa storia è un tributo all'uomo, alla sua capacità di perdere il controllo ma soprattutto all'eterna lotta con se stesso per riconquistarlo. La testimonianza è vera ed è frutto delle confessioni di un mio caro amico che mi ha chiesto di pubblicare la sua storia. Pertanto, è tutta opera sua. I nomi sono ovviamente frutto di fantasia.] [continua dalla parte 1] ---CIO' CHE TU FAI A ME, IO FACCIO A TE--- Avevamo problemi col sesso. Ricordo bene i primi periodi. Era tutto magnifico. Scopavamo meravigliosamente e a più riprese. Lei si concedeva a me in modi impensabili. Io, che ero sempre stato abbastanza porco da fantasticare sul suo corpo e sulle sue capacità di ricevere il pene da qualsiasi punto e posizione, mi sentivo in un parco giochi per adulti. Dopo quella volta in cui non riuscii a pisciare in sua presenza, cambiò tutto. All'inizio, ci fu un problema di sincronizzazione. Spesso capitava di venire quasi nello stesso istante. “Oddio, vengo!” “Ti seguo!” Seguivano grida estreme e liberatorie da parti di entrambi. Appagante e splendido, ogni volta. Per prima fu lei a capire che qualcosa non andava. I miei orgasmi sembravano arrivare sempre più velocemente. Io ogni volta inventavo delle scuse. Le dicevo “il fatto è che oggi sei troppo arrapante...” Oppure “Scusami andavo troppo veloce e non ho potuto controllarmi.” Poi le scuse finirono e la quantità di orgasmi precoci iniziarono a spazientirmi. Apparivo nervoso durante il sesso. Lei cercava in qualche modo di ...
... tranquillizzarmi. Per cercare di darmi una mano si inventava nuovi modi per eccitarmi. Una volta volle farmi un pompino in auto, mentre ritornavamo a casa. Fu un tentativo molto dolce che apprezzai parecchio. “Amore, se faccio una cosa mi prometti che rimarrai calmo?” “Ok, tesoro. Che hai in mente?” Nel giro di pochi secondi sentii il mio pene all'aria aperta e la sua bocca chiudersi attorno al glande. Io dovevo gestire il traffico di macchine e allo stesso tempo evitare di venirle in bocca troppo presto. Ogni tanto lei commentava con frasi tipo “Pensa se la polizia dovesse beccarci proprio ora...” Oppure “Quanto è bello questo cambio manuale, chissà come funziona in retromarcia...” Io, per ricambiare, le alzavo la gonna e le infilavo un dito su per il culo, giocandoci e massaggiandolo. Durò così fino a casa. Poi concludemmo il tutto dentro il parcheggio. Venni in modo esplosivo, sporcandole quasi tutto l'abito viola. “Scusa...” dissi io. “Non fa niente... ne è valsa la pena.” disse lei, baciandomi con quelle labbra salate. Eppure, nonostante i tentativi di mettere pepe alla nostra vita sessuale, la mia capacità di resistenza era al minimo. Poi, iniziai a trovare difficoltà nell'erezione. Lei faceva le porcherie peggiori, per incoraggiarmi. Mi palpava l'uccello in ascensore, in presenza di altra gente. Mi sussurrava all'orecchio parole sporche durante il pranzo. Apriva le natiche con entrambe le mani quando fingeva di stiracchiarsi, al mattino. Io, sebbene apprezzassi tutto questo, non ...