1. Il poker 13


    Data: 09/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Italy456987

    ... ricchioncello??”
    
    “mmmmmpppppiiiii” era il suo si con il cazzo di Michele che approfittando del suo lamento l’aveva infilato fino a soffocarla visto che non poteva indietreggiare avendo un intruso piantato tutto su per il culo.
    
    Noi ormai dietro la cella avevamo tutti il cazzo fuori e Giorgio che era accanto a me se lo menava con due mani sperando che forse sarebbe riucito ad avere quel culo finalmente per lui.
    
    Il racconto era sospeso perché i due carabinieri stavano stantuffando a più non posso, ma poi si fermarono per prolungare il piacere e quando Michele si girò verso di noi e vide i nostri cazzi fuori ed in particolare il tronco d’albero di Giorgio disse:
    
    “Antò stasera vedremo in diretta cosa significa letteralmente culo rotto”
    
    “Minchia hai ragione!!” rispose guardando anche lui la trave del nostro amico.
    
    Senza togliere l’uccello da quel burroso sfintere, mi lanciò le chiavi dicendo:
    
    “vai nell’altra stanza, c’è un bagno e ci dovrebbe essere una crema per le mani, portala che credo servirà”
    
    Io presi le chiavi aprii la cella e corsi a trovare la crema con la voglia ormai al massimo.
    
    Quando tornai erano già tutti intorno al tavolo chi a sculacciare chi a pizzicare e chi ovviamente a inculare o farsi succhiare.
    
    Antonio si sdraiò a pancia in su sul tavolo facendo impalare Gianna girata verso di lui e poi abbracciandola e tirandola verso di se in modo da farla stare col culo esposto verso l’esterno.
    
    Poi arrivò Michele che intinse il cazzo nel ...
    ... barattolo della crema e si posizionò col cazzo sopra quello del collega approfittando del movimento in uscita per infilarne un pezzettino nel culetto martoriato di Gianna.
    
    “Ma che fate…..no così è troooommmmmmmmaaaaaapppphhh”
    
    Lo sfintere si spalancò accogliendo entrambi i membri bollenti mentre il tentativo di urlare fu soffocato da Giorgio che tappò la bocca spalancata con la sua cappella grossa come un’arancia.
    
    Gianna squittiva disperatamente, tappata da tutte le parti da pezzi di carne liscia e bollente.
    
    Noi tre rimasti fuori guardavamo a volte pizzicandole i capezzoli, altre, accarezzandola dolcemente per aiutarla a sopportare le dilatazioni estreme a cui era sottoposta.
    
    Dopo non meno di 5 minuti incominciai a notare che il suo corpo lentamente si rilassava e dopo altri 5 partecipava agli assalti.
    
    I due carabinieri si fermarono perché non volevano venire e disarcionandola la lasciarono sul tavolo a pecora mostrando una voragine tra le sue natiche che tutti andammo a controllare senza dimenticarci di schiaffeggiarle il culetto, mentre chi aspettando il turno passava davanti alla sua bocca si faceva succhiare da quella boccuccia docile ed accogliente.
    
    C’era un tacito accordo: volevamo venire tutti insieme guardando la sodomizzazione estrema, quindi qualsiasi cosa facessimo veniva interrotta prima dell’orgasmo.
    
    Trovammo il tempo di farle un’altra doppia inculata, io e Franco mentre glia altri a turno glielo mettevano in bocca finchè venne il momento ...