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La giocatrice
Data: 15/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Edipo
... affatto per quella botta di fortuna, convinti che la ragazza avrebbe restituito tutto la volta successiva. Qualcuno le strizzava l'occhio e diceva:"Stasera niente recupero perdite, eh? Peccato. Sarà per la prossima volta." "Non ci sarà nessuna prossima volta, cretino", pensava lei e forse ci credeva davvero. Guardò l'orologio e sussultò: l'ora dell'appuntamento era passata da un pezzo. Chiese al barista se avesse visto Frans e alla risposta negativa lo chiamò con il cellulare. Per dieci minuti sentì la solita voce della segreteria telefonica. Evidentemente si era stancato di aspettarla e ora non rispondeva per dispetto, si era reso conto che era tornata a giocare ma gli avrebbe spiegato che era stata l'ultima volta, che aveva guadagnato per loro. Si diresse al suo monolocale che non era proprio vicino e respirò l'aria fresca della sera. Si ricordò della cifra notevole che portava addosso ed ebbe paura, qualcuno poteva seguirla, assalirla nella strada deserta. Corse quasi fino a quello che era diventato il loro nido e suonò il campanello anche se da tempo lui le aveva dato la chiave. "Frans, apri, ti prego." La serratura scattò ma la porta rimase socchiusa. Sorrise. "Scemo, che fai?". Spinse, si trovò dentro e la porta si chiuse alla sue spalle. La rossa si era appoggiata alla porta e una pistola a tamburo le pendeva da una mano come un gingillo. Stefania ebbe paura. "Dov'è Frans?", chiese. "Ti aspettavo, volevo che vedessi cosa hai combinato." Stefania guardò il letto e ...
... vide il corpo di Frans disteso con un braccio sul petto e un altro che cadeva dall'altra parte. Per un attimo ebbe l'illusione che stesse dormendo ma una macchia sul petto le rivelò la verità. Stranamente era uscito poco sangue e a colpire non era stato un proiettile ma un coltello affilatissimo che giaceva sul letto, più rosso della ferita mortale. Stefania si rese conto che rischiava di morire anche lei e di colpo si ritrovò lucida e calma. Avrebbe avuto tutto il tempo di piangere Frans, ora doveva giocare le sue carte e salvare la pelle. Si voltò verso la donna e le chiese:" Ora ucciderai anche me?" "Allontanati da quel coltello, non sono stupida. Stai pensando a salvarti il culo, eh? Io ho pianto fino a poco fa e a te non te ne frega niente, anche se è successo per colpa tua." "Sai che non è vero. Prima o poi avrebbe incontrato un'altra e ti avrebbe lasciata comunque." "Sta zitta, che ne sai tu? So che non ti ha mai raccontato la verità su di noi, su quello che ci univa. Vuoi sapere la verità? Sì, hai il diritto di saperla, ora che stai per morire." "Dimmela!", la supplicò Stefania, pensando che guadagnare tempo era l'unica cosa che potesse fare. "I loro genitori erano separati e rimasero separati anche loro. Iole visse con la madre, Eufrasio andò con il padre. La madre era una ninfomane, andava proprio con tutti, peggio di te, ma Iole preferiva stare con lei che con il padre e non sentiva nemmeno la mancanza del fratello. Non amava gli uomini, neanche quelli della sua ...