1. La giocatrice


    Data: 15/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Edipo

    ... famiglia. Quando la conobbi io avevo venticinque anni e lei quindici ma non mi sarei mai permessa di sfiorarla anche se ero già innamorata di lei. Ma come potevo resistere se mi stava sempre intorno, se sorprendevo i suoi sguardi su di me, i suoi inviti silenziosi a non avere paura? La nostra prima volta fu squallida, eravamo a una festa in un locale, sua madre la faceva uscire con me per essere più libera di farsi scopare, le nostre famiglie erano amiche. Andammo insieme in bagno, ci chiudemmo in un cesso puzzolente e lì dentro ci baciammo per la prima volta, io le alzai la gonna e insinuai la mano sul suo sesso, sentivo la sua peluria bagnarsi sotto le mie dita, mi era bastato sfiorarla per farla venire. Uscimmo dal locale, la portai in auto a casa mia e qui ci ritrovammo nude e io salii su di lei e ...vedi, mi sento male solo al ricordo, abbiamo fatto l'amore migliaia di volte e non ce ne è mai stata una che non siamo arrivate a godere, spesso insieme. Sono cose che non puoi capire, tu che lo fai fingendo un piacere che non provi mai. La madre si accorse di tutto ma lasciò fare, indifferente al fatto che a poco a poco lei venisse a stare con me." La rossa tacque, soffocando un singhiozzo. Stefania sapeva il suo nome ma mentalmente la chiamava sempre così, la rossa, e anche con Frans usava quell'aggettivo. Rossa come il sangue che vedeva sul letto e sulla lama del coltello. Si riscosse. "E dopo che successe?" (Doveva farla parlare, parlare, parlare; gridare non sarebbe ...
    ... servito a nulla, prima che qualcuno accorresse l'altra l'avrebbe già uccisa, con la pistola o con il coltello non aveva importanza, e Frans aveva gridato? era stato colto di sorpresa?). "Per dieci anni siamo state felici" riprese la rossa, "l'ho amata come una madre ama la figlia, anzi di più. Abbiamo girato il mondo, io ero piena di soldi, potevamo fare quello che volevamo, la vita non ci rifiutava niente. Poi lei si è ammalata. Sono stata io a tenerle la mano mentre piangeva per il dolore, io a pulirla e ad accarezzarla, i genitori venivano a vederla, piangevano un po', poi se ne andavano. Ero io la sua famiglia. Ed è morta e ho creduto di morire anch'io. Avevo deciso che mi sarei ammazzata dopo il funerale, avevo preparato il veleno e tutto quanto ma all'improvviso mi ritrovai davanti Eufrasio e solo allora mi accorsi che era uguale alla sorella. Era venuto diverse volte a trovarci e naturalmente non ignoravo la loro somiglianza ma solo in quel momento realizzai che forse Iole non era morta del tutto. Lo invitai da me per raccogliere le cose della sorella e mi sembrò di rivederla in mezzo ai suoi vestiti e ai suoi oggetti. Gli proposi di venire a farmi compagnia, lo consideravo come un fratello e mentii dicendogli che avevo promesso a Iole di occuparmi di lui. Era un aspirante artista senza un soldo e vivere alle mie spalle gli faceva comodo, così accettò. Iniziai un aggiramento lento ma inesorabile, cominciai a dargli qualche bacio, mi pareva di baciare Iole vestita da ...