Presenza sciagurata
Data: 20/12/2017,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... sborrata mi cosparge l’irsutissima fica e l’addome con tutta la sua densa e lattiginosa essenza, fintanto che il suo candido e denso latte si mescola al mio fluido e saporito miele. Ci pigliamo le opportune pause, perché facciamo l’amore in varie posture per tutto il giorno, restando su quel giaciglio fino alla mattina del giorno successivo. Non assumiamo neppure il cibo, io trascuro d’andare a lavoro per altri quattro giorni, ma non m’interessa niente, perché attualmente nella mia testa c’è soltanto lui. Nel tempo in cui dopo una focosa giornata di radicale partecipazione mi sveglio fra le braccia di lui, che sta ancora dormendo, sento che non potrei desiderare di più, che ho raggiunto il culmine massimo del piacere, sia corporeo che mentale. Al momento sono distesa con la mia testa sul suo petto e le sue braccia che m’aggomitolano. Sono capace d’ascoltare perfino il battito del suo cuore a ogni suo respiro, lui ha gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse, è un incanto guardarlo adesso che sonnecchia. Rimango in questa situazione di completo benessere per circa un’ora, allorquando repentinamente sento la sua voce sospirare il mio nome, giacché si è appena svegliato: “Buongiorno dolcezza” - gli dico io, dopo averlo baciato. “Erminia, dimmi per piacere che ora è?” - domanda lui vistosamente affannato e crucciato. “Sono le cinque del pomeriggio Stefano” - rispondo io con una pacata naturalezza. “Poca puttana, tra poco è sera, accidenti, non ho ancora avvisato la mia consorte ...
... per riferirle dove mi trovo” - enfatizza lui, chiaramente angustiato e impensierito più per la replica irrequieta che per l’apprensione che potrebbe avere lei. A stento apprendo la definizione della consorte pronunciata da lui, capto il sangue che si surgela all’istante nelle mie arterie. Francamente non avevo ancora messo in conto né ponderato a un seguito del genere, perché fino a quel momento avevo unicamente calcolato e considerato di godermi interamente il presente, così, per com’era. Con la distinta e netta afflizione di non poterlo avere mai più, ma anche dell’azzardo e dell’incognita di poter sfasciare la sua famiglia, io lo invito ad adoperare il mio telefono, che si trova proprio sul comodino proprio dalla sua parte: “Matilde, mi senti, ciao sono Stefano” - precisa lui alzando la voce. “Dove ti trovi? Tutto bene?” - risponde lei con la voce sonora e cristallina. “Senti Matilde, è da ieri mattina che non mi fermo un attimo, qua è pieno di sostenitori ovunque, onestamente non me l’aspettavo. Al momento sono riuscito a rintanarmi in un albergo, ma dovrò attendere ancora prima d’essere sicuro di poter ritornare a casa” - replica lui con una disinvoltura mirabolante e placante, che può scaturire solamente da una lunga esperienza d’anni trascorsi nel riportare menzogne tramite telefono. “Certo, immagino, come sempre, sì, come no. Ho capito, ci rivedremo a casa quando cazzo girerà a te, va a farti benedire” - troncando di netto la comunicazione in modo arcigno e scostante. ...