1. Cugini


    Data: 16/02/2021, Categorie: Incesti Autore: Farfallina

    ... "Ma che hai per essere così sconvolta" domandarono all'unisono le mie amiche quando feci ritorno da loro "Niente, niente. Affari di famiglia" dissi sciogliendomi in lacrime. La nostra storia ebbe inizio quella mattina, nei bagni della scuola, ed &egrave proseguita per parecchi anni fintanto che ho conosciuto Giorgio. L'ho sposato e sono andata a vivere a Roma. Una coppia di fidanzatini, seduti a un tavolo accanto al mio, si scambiarono qualche timido sorriso mentre consumavano la pizza. Lui le sfiorava il dorso della mano e l'accarezzava voluttuosamente. Lei contraccambiava il gesto guardandolo teneramente negli occhi. Ripensai al modo rozzo con cui Benvenuto era solito rapportarsi con me. M'irritava il modo che aveva di parlare ad alta voce quando ci trovavamo a camminare per la strada. E poi ero in imbarazzo se mi prendeva sotto braccio tornando da scuola. Gli ripetevo che non doveva farlo, ma lui sembrava non farci caso e si prendeva gioco di me. Ma quando mi arrabbiavo per davvero e gli facevo una ramanzina, allora gli compariva sulle guance un certo rossore, ma non riuscii mai a capire se era pudore, vergogna o rabbia la sua. Benvenuto era un tipo fedele. Per lui esistevo solo io. Spesso gli domandavo: "E se un giorno ti tradissi?". Tutte le volte rispondeva: " Ti mollerei". E così &egrave successo. La nostra storia fu tormentata. Mi affascinava il piacere fisico che sapeva infondermi. Ero stregata dai suoi modi, percepivo la sconfinata voglia di trasgressione che ...
    ... albergava in lui. Una voglia capace di produrmi continui sconquassi ormonali e liquefarmi la figa. L'amore, quello vero, plasmato di sentimenti e non solo di attrazione fisica e passione sopraggiunse molto tempo più tardi, dopo che già avevamo preso conoscenza dei nostri corpi. Qualche giorno dopo che c'eravamo scambiati i primi baci, nei servizi igienici della scuola, Benvenuto insistette per accompagnarmi fino a casa. Lo faceva spesso, e non feci troppo caso alla sua richiesta, ma in quella occasione feci conoscenza per la prima volta del suo sesso. Accadde nello scantinato del condominio dove abitavo. Stavo risalendo insieme a lui i gradini della scala che dalla cantina terminava nell'androne d'ingresso, al piano dell'ascensore, quando mi sussurrò all'orecchio: "Un ultimo bacio, dai, uno solo!" Con una certa riluttanza tollerai che mi baciasse senza contraccambiare il suo slancio. Avevo paura che qualcuno ci vedesse e non vedevo l'ora di risalire le scale per fare ritorno a casa. Lui, al contrario, sembrava godere nel vedermi riottosa. Mi prese la mano e la guidò sopra la patta dei pantaloni. Altre volte mi era capitato di avvertire la protuberanza del suo sesso accostato al mio corpo, ma non avevo ancora assaporato il contatto diretto con le mie mani. Mi sentivo in imbarazzo, era la prima volta che accostavo le dita a un cazzo. Benvenuto mi fece da istitutore trascinandomi la mano sopra la stoffa dei pantaloni obbligandomi ad accarezzare la sporgenza che aveva fra le cosce. ...
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