1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... mie labbra, un sospiro leggero. “Solo quello. Non penetrarmi.” Una fitta quasi dolorosa di delusione mi pervase. “Angelo…” “No.” Sbuffai, lui tremò. Accettando la sfida, iniziai a leccarlo. Leggeri sospiri accompagnavano i movimenti della mia lingua. Non ero un esperto, e tentai di decifrare le sue reazioni. Sussultò ed emise un lamento quando spinsi la lingua all’interno, perciò lo feci di nuovo, e di nuovo. Leccai con più forza, inserendo i pollici per allargarlo e arrivare più in fondo. Lo divorai, e lui si lasciò divorare. I lamenti e i sospiri crebbero, finché non mi scostò, rizzandosi e afferrandomi per la nuca. Mi baciò, mentre io lo penetravo con l’indice. Lui afferrò la mia erezione e pompò con una mano, prima di lasciarmi il collo, scansare il mio dito e penetrarsi col medio dell’altra, in scatti esperti. Gli afferrai un fianco, mentre continuai a massaggiargli un gluteo e occasionalmente sfiorargli la mano. Sentii che inserì anche l’indice e diede qualche colpo ben assestato, stringendo la mia erezione mentre veniva spruzzando sulla mia maglia, soffocando un grido nella mia bocca. Lo abbracciai, mentre sostituivo la sua mano con la mia e finivo di segarmi, venendo sul suo fianco nudo. Restammo abbracciati per qualche minuti, finché lui non si scostò. “Mi spiace per la maglia.” Feci spallucce, ma lui scosse la testa. “Dammela. La metto in lavatrice.” Non protestai, e me la sfilai, allungandogliela. Feci un mezzo sorriso storto al vederlo occhieggiare il mio petto ...
    ... nudo e i miei addominali. “Ti piace?” Per tutta risposta, si chinò e mi leccò il petto, poi si rizzò, mi fece l’occhiolino e scomparve in bagno. Sospirai, e mi diressi nella camera degli ospiti. *** L’intervista andò bene. L’uomo (piuttosto giovane, direi, per essere un tale pezzo grosso) era entusiasta del mio lavoro e mi offrì di lavorare per lui come apprendista designer. Ero estasiato, ma gli dissi che ci avrei pensato su. Dopotutto, avrei dovuto lasciare la mia bottega, e il mio paesello. L’uomo non parve scosso, e mi congedò con un cenno del capo, sorridendo appena. In corridoio, Angelo mi aspettava. Gli corsi incontro, e gli raccontai tutto. Mi sorrise raggiante. Poi mi prese per mano. Mi portò in un corridoio deserto, dietro ad una porta blindata. C’erano delle altre porte lungo il muro destro. Camerini. Angelo si guardò intorno, poi aprì una delle porte e mi spinse dentro. Era una stanzetta piccola, con un vanity, uno sgabello e un armadietto. C’era una finestrella, in alto sopra il vanity, con delle sbarre oltre il doppio vetro. Angelo mi spinse contro il muro e mi baciò. Fu passionale, come gli altri, esuberante. Lo abbracciai forte. “Grazie” sussurrai. Lui mormorò, carezzandomi le spalle. Poi si inginocchiò, e mi succhiò con forza, infilandosi la mano nei pantaloni per penetrarsi con le dita. “Angelo, ah, io…” Lui però scosse la testa, continuando a leccarmi. In quel momento, mi arrabbiai. Non so perché. Se Angelo non voleva, non avevo il diritto di costringerlo. ...
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