1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... Eppure lo afferrai, e lo tirai su forzatamente. Lo spinsi contro il muro, invertendo le nostre posizioni. Lo baciai e lo girai, premendoci petto contro schiena, strofinando il pene contro di lui. “Ah!” Angelo si dimenò un poco, ma lo bloccai con le braccia, continuando ad appoggiarmi ritmicamente. Abbassai una mano per slacciargli i pantaloni, sordo alle proteste. L’adrenalina e l’eccitazione guidavano i miei gesti, e tirai finché il suo sedere non fu scoperto e i pantaloni abbastanza in basso da fargli allargare le gambe. Mi inginocchiai dietro di lui, tenendogli il gomito, allargando le natiche con l’altra mano. Subito, lo penetrai con la lingua, inserendo poi l’indice, e il medio, allargandolo muovendo le dita a forbice. Ansimava, spingeva il sedere indietro. La sua mano si poggiò sulla mia testa. “Ah, ah, ah, ah,” lo sentii scivolare un po’, e mi alzai. Lo premetti nuovamente contro il muro, intrappolandolo con le braccia e le gambe, strofinandomi contro di lui. Infilai una gamba tra le sue, per indurlo ad allargarle di più. Gli afferrai il mento con una mano, con l’altra mi presi il pene duro e lo guidai fino a lui. Con un colpo secco, lo penetrai. Diede un grido, che silenziai con un bacio. Iniziai a spingere con foga, a prenderlo da dietro contro il muro, a farlo mio. Lo morsi, poi mi distaccai e poggiai la fronte contro la sua nuca, continuando a scoparlo con forza. I suoi gridolini di dolore e piacere permeavano lo spazio angusto, insieme al rumore osceno ...
    ... dell’accoppiamento forzato, ma non rifiutato. Usai ogni muscolo del mio corpo per spingere, per possedere. Spostai la mano dal mento al collo, e da lì al fianco, dando le ultime potenti spinte prima di venire, premendo il petto e l’addome contro di lui e spingendolo completamente contro il muro, incurante della sua erezione. Sentii il mio sperma riempirlo, e il mio pene diede un ultimo guizzo soddisfatto. Davanti a me, Angelo si agitò piano. Di colpo, l’orrore mi assalì. La vergogna e il disprezzo per me stesso minacciarono di soffocarmi. Com’era possibile? Com’era successo? Mi ritirai da lui di colpo, ma forse non fu la cosa migliore. Angelo scivolò a terra, e a malapena notai la chiazza umida sul muro. Mi misi le mani nei capelli e tirai. Forte. “Angelo… Dio, Angelo, cosa ho fatto? Oddio, no…” Angelo sbuffò, poi si girò -con una certa difficoltà- e mi guardò con aria di disapprovazione. Volevo sprofondare all’inferno. “Alessio. Alessio, ehi.” Scossi la testa. Feci un passo indietro. “Alessio, vieni qui. Non è così terribile come pensi. Solo… ti prego, non farlo più.” Soffocai un singhiozzo. “Perdonami, perdonami, Angelo…” Esalò un sospiro e scosse il capo. “No, Alessio, non è come credi. Mi è piaciuto. Solo… non dovresti toccarmi. Sono sporco, contaminato. E tu sei così puro…” “Io puro?” diedi una risata isterica. Angelo vaneggiava? “Ti rendi conto di cosa ti ho fatto? E’-” “No.” La sua voce era così autoritaria, e nella penombra, vidi gli occhi fieri e luminosi puntati nei miei, ...
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