1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... grandi, da cerbiatta, e le gambe lunghe e snelle. Al primo appuntamento, la portai al ristorante e mentre tornavamo a casa, la presi per mano e la portai dietro la chiesa, e la baciai. La nostra storia durò tre mesi, poi mi lasciò. Trovai un’altra ragazza. E un’altra, e un’altra. In un anno, ebbi quattro fidanzate, tutte con gli occhi grandi. A ventidue anni, trovai un ragazzo. Anche lui con gli occhi grandi, da cerbiatto. Lo portai a casa e lo scopai, ma rimasi con l’amaro in bocca. Mi lasciò anche lui, dopo una sola settimana. A venitdue anni iniziai a bere. Quasi ogni sera tornavo a casa con una bottiglia, o una prostituta, maschio o femmina non faceva differenza. Nessuno era come lui. Nessun bacio poteva comparare. A un certo punto, mi feci coraggio. Mandai il curriculum e alcuni disegni ad un designer di Milano, ma non ricevetti risposta, e caddi un po’ in depressione. Mio zio mi lasciò la bottega: riparavo vestiti, li creavo su misura. Riuscii a diventare abbastanza popolare anche fuori dal paese, e mi risollevai un po’. Decisi che dovevo dare una svolta alla mia vita, dimenticarlo: iniziai a rendermi conto che era quasi una malattia. Ricominciai a uscire e per un po’, smisi di bere. Poi Angelo tornò. *** Furono Jessica e Rebecca, due mie ex compagne di classe delle medie, ad avere l’idea. Fu organizzato un raduno di classe: tutti i miei coetanei cresciuti in paese, i ragazzini che avevo frequentato -osservato- a scuola, ai grest parrocchiali, al centro sportivo, si ...
    ... cercarono, si riunirono. E naturalmente, Angelo non fu dimenticato. C’era un mormorìo eccitato, alla prospettiva di avere un vero modello tra le proprie conoscenze, seduto alla propria tavola per una pizza. Il suo fascino era ancora presente: le giovani donne arrossivano e i giovani uomini sorridevano. Io, dal canto mio, sentivo come un vuoto nello stomaco. Avevo accuratamente evitato le riviste dove figurava il volto di Angelo, il corpo di Angelo, il sorriso di Angelo. Solo una volta avevo ceduto, e quella rivista era ancora arrotolata nel mio bagno, rovinata per sempre dagli schizzi di sperma. Ma in quel vuoto si agitavano e dimenavano furiosamente centinaia di farfalle: l’idea di rivederlo… Era nervoso, pensavo a come ci eravamo salutati, come nessuno dei due avesse mai contattato l’altro. La sera fatidica, nella calura della pizzeria -ok, era metà gennaio, ma dentro faceva davvero caldo- mi ritrovai a mordermi le unghie, cosa che non facevo da quando avevo undici anni. Da quando avevo conosciuto Angelo. Mi sedetti nella sedia più lontana, nell’angolo più nascosto, come a sperare di non incrociarlo, che non mi trovasse. Ma mi trovò. E anche abbastanza in fretta. Stavo contemplando l’unghia distrutta del mio indice destro, quando percepii, più che sentire, qualcuno alle mie spalle. Lo sentii ridacchiare al vedere le mie spalle irrigidirsi, poi si accomodò sulla sedia vicina alla mia. “Alessio.” Doveva aver detto qualcosa a tutti gli altri, perché stranamente nessuno stava ...
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