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Philos, Eros
Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko
... suo, Angelo se ne rimase tranquillo, lanciandomi di tanto in tanto uno sguardo lascivo. Lanciai qualche euro al tassista come mancia -tanto venivano pagati dal locale- e traballai fino alla porta del complesso residenziale. Non ricordo bene come arrivammo nel mio minuscolo salotto. So che a un certo punto, mi ritrovai in piedi, sotto la tenue luce artificiale, inchiodato dallo sguardo incandescente di Angelo che si sfilava lentamente la giacca e la lanciava con un gesto pigro sul divanetto. Procedette poi a togliermi la mia, lasciandola cadere sul pavimento -risolsi di fargli notare la cosa più tardi- accarezzandomi il petto nascosto da un maglioncino. “L’hai fatto tu?” mi chiese “Si vede la tua mano.” La mia mente annebbiata dall’alcool registrò il fatto che ricordasse la mia passione per la sartoria e che avesse riconosciuto la mia tecnica, ma i miei lombi insistettero su questioni più urgenti. Perciò lo afferrai per gli avambracci e tirai verso il basso. Capì in un istante, e sorridendo si inginocchiò. Il cuore cominciò a pulsare erraticamente, la scena che così spesso dipingevo nella mia mente stava accadendo davvero. L’aspettativa aveva già fatto tutto il lavoro: quando Angelo liberò la mia erezione dai pantaloni, tirandoli giù fino a metà coscia, questa si elevò orgogliosa e pulsante dinanzi al suo volto. Alzò gli occhi da cerbiatto e si leccò le labbra. Gli afferrai la nuca e gli schiacciai la faccia contro il mio pene duro, strofinandolo dapprima piano e poi con ...
... vigore, mentre lui ridacchiava e girava la testa per dare una lunga leccata umida, dalla base fino alla testa. “Niente male” commentò come se stesse parlando del tempo, occhieggiando la mia erezione da ventitré centimetri. Grugnii e lo spinsi nuovamente contro di essa. Lui rise e la prese in bocca, solo la testa, leccando piano. Con una mano andò a pompare, l’altra iniziò a massaggiarmi i testicoli. “Oh, oh, oh, oh, oh!” Angelo ingoiò il mio pene fino alla base, con gli occhi che lacrimavano e la lingua che lappava, rivoli di saliva gli colavano lungo il mento. Emise un gorgoglìo strozzato, e sentirlo mi eccitò ulteriormente. Iniziai a muovere il bacino leggermente avanti e indietro, fottendogli la bocca, sentendo la sua gola che si contraeva attorno a me. Tenevo una salda presa nei suoi capelli, mentre le sue mani erano appoggiate ai miei addominali contratti. Con gli occhi chiusi, tra la foschia dell’alcool, lo osservai. Le sue iridi erano oro fuso, le pupille dilatate, le labbra arrossate come le gote. Socchiuse gli occhi anche lui ed emise un lamento, che riverberò lungo tutto il pene turgido, su per la mia spina dorsale fino al cervello, mandandolo in una sorta di momentaneo black-out. Presi a spingere con più forza, fottendogli la gola con foga, inseguendo quell’attimo di euforia. Mi immaginai il suo volto ricoperto di sperma, e sentii il pene contrarsi, interessato. Di colpo, mi tornò in mente quella sera dietro alla chiesa, Angelo in ginocchio come ora, a succhiare il pene ...