1. Call lady


    Data: 28/08/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: LordBrummell, Fonte: Annunci69

    ... apre del tutto e finalmente, almeno per ora, mi sento salvo.
    
    Mi giro e finalmente poso o miei occhi sulla signorina su cui ho tanto vagheggiato. Ha una gonna a tubo nera al ginocchio ed una camicia bianca aderente. Una massa di capelli ondulati neri che le coprono in gran parte il viso. Non è quella delle foto, credo, ma ha una figura elegante e poi ormai non avrei il coraggio per protestare o andarmene. Il coraggio l’ho usato tutto per salire lo scalone con la statua di Mercurio all’angolo. Il dio dei ladri e dei commerci. Anche di corpi umani evidentemente.
    
    Lei si gira e incomincia a camminare nel corridoio. Ha delle belle forme fasciate dalla gonna a tubo. La casa è stupefacente. E’ enorme, almeno per gli standard della metropoli, con un numero di camere imprecisato che si apre su un corridoio che fa una curva a quarantacinque gradi a sinistra. Una cosa quasi impossibile dato che il palazzo è un rettangolo. Alcune delle porte sono aperte e si vedono gli interni. Sono arredati in modo bizzarro, con tavoli da gioco francesi affiancati ad armadi dozzinali e cumuli di oggetti indecifrabili sui tavoli. Sto camminando in un sogno, mentre sento il ticchettio dei tacchi a spillo che battono sul pavimento di legno. All’improvviso passiamo accanto a una porta aperta. E’ un bagno con le piastrelle rosa salmone.
    
    Mi ricordo che nel tumulto dei sensi stamattina non mi sono neanche lavato.
    
    “Posso andare in bagno ?”
    
    La massa di capelli si volta.
    
    “Certo, ti aspetto in ...
    ... camera, è quella là” e mi indica una porta poco avanti.
    
    Senza dire nulla entro.
    
    All’interno, sopra il lavabo, c’è uno specchio composto da nove quadrati incollati alla parete: 19.99 ai grandi magazzini. Le piastrelle invece hanno l’età dei pavimenti e (forse) dei tavoli da gioco francesi, quelli che si aprono girando su un perno i due piani richiusi e che sulla faccia inferiore dei piani hanno il panno verde.
    
    Quelli che usavano Marie Antoinette e le sue dame per giocare a Whist.
    
    Sopra il bordo interno di una vasca striata dal calcare c’è una collezione di piccoli flaconi di shampoo. Saranno duecento. Ne prendo uno e sopra c’è il logo di un albergo in Thailandia. Sono tutti stati presi come souvenir in stanze di alberghi di tutto il mondo.
    
    Tanzania, Perù, Egitto, India, Francia, Botswana, Messico.
    
    E’ incredibile come non ce ne siano due con la stessa forma. E’ incredibile cosa può partorire la calda fantasia dei direttori marketing. Non ce n’è mai uno che fa una cosa uguale a un altro. Neanche se gli date le specifiche UNI con una tolleranza di un micron.
    
    Starei ore a guardarle, sono bellissime, sono il segno di quanto lo spirito umano sia multiforme.
    
    Magari un’altra volta.
    
    Mi spoglio, mi lavo e poi vengo assalito da un altro dubbio. Devo andare di là così, con la camicia, i pantaloni e le scarpe in mano ? O magari riassumo un minimo di dignità.
    
    E’ inutile, non riesco a pensare a quella donna con la massa di capelli scura come a una prostituta ...
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