1. Ciò che dice la gente


    Data: 24/03/2021, Categorie: Trans Autore: amoreandrogino, Fonte: Annunci69

    ... una lontana cugina e tutti dicevano che eravamo fatti l’uno per l’altra, anche se lei era diventata quasi milanese perché si era trasferita al Nord con la famiglia. Da piccoli giocavamo sempre insieme e anche dopo avevamo continuato a frequentarci durante l’estate perché i suoi genitori venivano a fare le vacanze al mare, ogni anno, prendendo in affitto una casetta vicino a dove abitavamo noi, un’abitudine che non avevano mai interrotto. La regola matrimoniale che imperava nella nostra comunità era quindi rispettata “moglie e buoi dei paesi tuoi!”: quello che conta è il sangue, non la zona di residenza. Un matrimonio normale, quindi, anche se avevo sempre manifestato poco interesse per le ragazze, a differenza di tutti i miei coetanei che pensavano sempre a quella cosa là.
    
    Le ragazze non mi attiravano forse perché ero molto timido e introverso e, del resto, anche con i miei compagni non legavo abbastanza, soprattutto perché non condividevo i loro atteggiamenti aggressivi che sfociavano, spesso, nella violenza gratuita. Non avevamo quasi nulla in comune, con i miei coetanei, a me non piaceva giocare a pallone e, quando eravamo più piccoli, non volevo mai andare con loro a caccia di lucertole, forse per una istintiva riluttanza a togliere la vita a un essere che respira e che è capace di generare quelle graziose lucertoline che corrono sbattendo la codina di qua e di là. Me ne stavo spesso da solo: fin dall’adolescenza mi piaceva leggere, studiare e soprattutto disegnare, la ...
    ... mia vera passione.
    
    Ero un bravo ragazzo educato e non cercavo di scappare da casa standomene sempre per strada e poi, a differenza di loro, non litigavo mai con mio padre, di cui accettavo l’autorità e ammiravo la fermezza, L’unica volta che avemmo un contrasto fu quando, finite le medie, mi volli iscrivere all’Accademia di Belle Arti, una scuola che lui considerava poco utile e, soprattutto, poco virile! Ma poi tutto si era riaggiustato, dopo il diploma, quando fui assunto in banca (grazie alle conoscenze di mio zio!) e non pensai più di intraprendere una carriera artistica.
    
    Il lavoro in banca era un po’ noioso ma sicuro e, a differenza di ciò che alcuni dicevano, non avrei perso il posto andando a fare il servizio militare. Per me non sarebbe cambiato nulla!
    
    E invece cambiò tutto, durante la naia, e successe qualcosa che sconvolse completamente la mia vita, anche se il tempo passato sotto le armi durò molto meno del previsto perché dopo tre mesi, grazie agli intrallazzi di mio zio, mi fu concesso il precongedo. “Licenza illimitata in attesa di congedo” com’era denominato quel provvedimento nello strano linguaggio usato in quella struttura autoritaria separata dal mondo civile, dove poteva accadere di tutto. E dove tutto mi era accaduto! Oggi non mi va di ricordare quel periodo della vita in caserma anche se lì io avevo scoperto la mia vera identità, cosa di cui dovrei essere felice. Ma l’avevo trovata, la mia identità, passando attraverso un’esperienza terribile e ...
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