1. Ciò che dice la gente


    Data: 24/03/2021, Categorie: Trans Autore: amoreandrogino, Fonte: Annunci69

    ... umiliante per la violenza e la sopraffazione che sempre si nasconde tra le pieghe di una istituzione autoritaria come il sistema militare.
    
    Faceva freddo quella notte in caserma, e un mio compagno di camerata che aveva sempre avuto un atteggiamento amichevole e protettivo verso di me venne a farmi compagnia nel mio letto. La camerata odorava di freddo e di muffa e lui, senza dir nulla, mi abusò contro la mia volontà. Mi violentò mentre piangevo senza la forza di ribellarmi. Io subivo la sodomizzazione quasi in silenzio perché avevo paura che gli altri potessero sentire, ma forse anche perché il mio corpo non si voleva ribellare veramente! Ripensandoci, ancora oggi non riesco a capire perché mi sentissi in colpa, in quei momenti, come se la responsabilità di ciò che stava accadendo fosse mia, come se avessi provocato io quell’irrefrenabile impeto sessuale, anche se non avevo fatto assolutamente nulla e non avrei mai immaginato che potesse accadere quello che stava accadendo. Ma soprattutto non riesco a capire come sia stato possibile che, mentre avevo paura, dolore e umiliazione, provavo anche un piacere fortissimo, fino ad avere l’orgasmo.
    
    Un orgasmo diverso da quelli che avevo conosciuto fino ad allora, prima con la masturbazione e poi con mia moglie. Non provai una scossa e un getto di piacere, ma sentivo onde progressive di godimento che si concentravano e si estendevano nella mia carne; non la sensazione di una esplosione, come una fontana che zampilla ...
    ... improvvisamente dopo aver gorgogliato per qualche secondo, ma una vibrazione potente, come un mare in tempesta, che scuoteva tutto l’interno del mio corpo. Mi immaginai che quello doveva essere il modo con cui godono le donne, mi avevano detto che l’orgasmo femminile che era meno intenso ma più lungo di quello maschile e, mentre godevo con un grido soffocato implorando “ancora, ancora!”, e ansimando, mi sembrò quasi di essere diventato una donna.
    
    Non chiusi occhio, quella notte, e mi resi conto che quella era la mia vera natura, di cui non potevo vergognarmi, anche se era successo quello che era successo, ma il giorno dopo non fu così facile accettare la mia nuova condizione. Dopo aver marcato visita perché avevo fatto tardi all’alzabandiera, senza dire all’ufficiale medico che cosa mi avevano fatto, o avevo fatto –sebbene per un istante stavo per confidarglielo! - rientrando in camerata mi resi conto che tutti avevano saputo, e ciò mi fece sentire un profondo sconforto: mi vergognavo anche se per me era normale sentirmi donna, ma sentivo la mortificazione di trovarmi in una condizione “diversa” davanti agli altri che mi deridevano.
    
    Avrei voluto scappar via ma poi, quando altri commilitoni mi chiesero di venire nel mio letto, non seppi dire di no. E piano piano provavo sempre più il desiderio di farlo, ogni notte, come se fossi una ninfomane o una prostituta mandata lì per soddisfare i bisogni sessuali di tutta la camerata.
    
    Certo, la rivelazione della mia natura femminile sarebbe ...
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