1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |1/8| Caso 1


    Data: 31/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Miss Ehrenfeld

    ... vestito con una giacca con un ampio bavero e un cappello. Vorrebbe parlarmi, ma non capisco cosa vuole dirmi.” “Capisco...” Annoto tutti i dettagli del suo sogno nel taccuino. “Poi, improvvisamente, si mette a piovere.” “Ah si? E che succede, quindi?” “Succede che il suono della pioggia inizia ad eccitarmi. Non avverto freddo. Avverto semmai un intenso calore. A quel punto l'uomo scompare e io...” “E tu...?” “E io mi sveglio, durante la notte.” “Finisce così...?” “Si. Tuttavia, mi ritrovo tutte le lenzuola fradicie. Una sorta di incontinenza che dura ormai da settimane.” “Capisco...” Annoto dunque sul taccuino: Incontinenza. Nicturia. Sogni vividi. “Sono malata, dott... Ehm... Alice?” “E' presto per fare alcun tipo di supposizione. Direi che finora può essere perfettamente normale. Forse sei particolarmente impensierita da qualcosa. Per questo motivo dunque non fate più sesso?” “Esatto. Non mi sento serena. Quando tentiamo di fare l'amore, chiudo gli occhi, inizio a pensare all'uomo sotto la pioggia e mi paralizzo.” “Capisco...” Annoto sul taccuino: Problemi di coppia. Possibile violenza domestica? Psicologica? Certamente va analizzato meglio tutto il contesto. “Elizabeth. Dobbiamo vederci nei prossimi giorni. Devi fare una cosa per me: Annota tutto quello che succede nel corso delle giornate e tieni a mente tutte le volte in cui il sogno si presenta. Osserva se ci sono dei cambiamenti nel sogno. Dopodiché vieni a riferirmi tutto.” “Mi dica quanto le devo...” “E' una prima ...
    ... visita. Non mi deve niente, per questa volta.” “La ringrazio...” Il colloquio finì lì. Era durato poco ma l'intensità del dialogo era troppa e non potevo farla durare per molto. In questi casi occorre andare per piccoli step. Inserendo un tassello volta per volta. Prima di andarsene, Elizabeth si voltò verso di me e mi disse: “C'è una cosa che non le ho detto.” “Cosa?” “I conigli. I conigli sbucano tutti da una crepa in un grosso albero.” “Ah si?” “Si... e vanno tutti di fretta... come se dovessero andare da qualche parte.” “Va bene... prenderò nota.” “Arrivederci, Alice.” “Ciao, Elizabeth.” Appuntai le ultime informazioni sul taccuino. Suggestioni. Nient'altro che suggestioni. Potrebbe essere tutto falso. Il nome suo e del suo ragazzo presi probabilmente dai film. Il riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie, col bianconiglio che sbuca da sotto un albero. Forse non avrei dovuto chiederle di chiamarmi per nome: Alice. Sembrava un processo di svelamento progressivo. Stava probabilmente immaginando o credendo di ricordare qualcosa che in realtà non ha mai sognato. Forse ha inventato tutto di sana pianta, basandosi sugli input che io stessa le ho dato involontariamente. Cosa ci sarà di vero in questa storia? Ultimai le mie scartoffie e aspettai che si facesse l'ora di tornare a casa. Era stata una giornata molto intensa. Avevo avuto parecchio lavoro da fare eppure l'unica cosa che impegnava la mia mente era quel colloquio di pochi minuti avuto con Elizabeth. Non ricordo bene ...
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