1. Per sempre


    Data: 07/04/2021, Categorie: Lesbo Autore: Edipo

    ... e mi disse di chiudere gli occhi e intanto Jennie mi teneva la mano e mi sussurrava parole dolci e sentii un gran dolore al ventre e svenni. Quando mi risvegliai stavo ancora male ma la fabbricante di angeli disse che tutto era andato bene. Ero debole, non riuscivo a camminare ma Jennie mi portò sulle sue braccia per tre miglia ed eravamo più unite che mai. Arrivammo che era quasi l'alba e per tutto il giorno ebbi la febbre ma per fortuna quelli erano così avari che non ci pensarono nemmeno a chiamare il dottore e mamma disse che dovevano passarmi le mie cose e sarei stata meglio. Jennie venne a trovarmi di nascosto e mi regalò una medaglietta dorata su cui c'era l'immagine di una donna con le braccia allargate e un lungo velo sul corpo. La riconobbi come una di quelle cose papiste contro cui tuonava il pastore Cribbs ma dato che detestavo il reverendo pensai che se una cosa non gli piaceva doveva essere buona. Quando guarii Jennie mi fece una bellissima sorpresa: aveva risistemato un capanno abbandonato là dove finiva la proprietà degli Harrison e cominciava una terra di nessuno ancora indivisa per liti ereditarie. Era minuscolo ma sufficiente per un giaciglio e per fare l'amore con un tetto sulle spalle. Jennie mi fece entrare tenendomi in braccio e io ero sempre bagnata quando mi sollevava e avrei voluto restare così, per sempre abbracciata a lei che mi teneva sulle sue braccia. Jennie era tutto per me, mi era madre, sorella, amante, amica, compagna e infermiera. Le ore ...
    ... scorrevano felici in quel capanno ed era tremendo uscire di lì, affannarsi a correre verso casa e subire rimproveri per l'assenza e le immancabili percosse e le minacce che se facevo il guaio con l'idiota degli Harrison sarei finita in pasto ai maiali. Mia madre era più sospettosa di Felix, a lui bastava venire due o tre volte a settimana nel mio letto e a volte era così ubriaco che non combinava niente, gli rimaneva flaccido e allora bestemmiando andava via. La mamma invece veniva a cercarmi, sperava di sorprendermi con Francis ma quando per un paio di volte lo vide solo che suonava l'armonica o stava steso su un prato a fissare il cielo, capì che dovevo avere qualcun altro con cui passare il tempo. Ricordo come fosse adesso l'ultima volta che io e Jessie facemmo l'amore. Fuori del capanno gocciolava una pioggia triste e insistente, di quelle che non svuotano mai le nuvole ma le lasciano sempre gonfie e minacciose. Jessie aveva appena avuto un orgasmo incredibile, forse il più eccezionale da quando stavamo insieme e persino lei, così forte, sembrava esausta. Io le baciavo gli occhi e le orecchie e i nostri respiri erano un solo respiro, le mani nelle mani e le gambe intrecciate rendevano i nostri corpi un solo corpo. Eravamo solo due povere ragazze di uno sperduto angolo del paese, un posto fangoso e merdoso, eppure capivamo la bellezza e l'amavamo perché ognuna di noi la ritrovava nell'altra. "Possiamo andare a Boston o a New York, farci prendere a servizio e stare insieme, ...
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