Per sempre
Data: 07/04/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Edipo
... per sempre". "Dillo ancora". "Che possiamo fuggire via?" "No, dì ancora: per sempre". "Per sempre". "Noi due". "Noi due, per sempre, qualunque cosa accada!" "Non lasciarmi mai". "Non ti lascerò". "Ancora?" "Ancora". Quando rientrai a casa, subito dopo avere superato la porta, sentii prendermi per le spalle e mi ritrovai sbattuta a terra. Mia madre mi schiaffeggiava e trattava la mia faccia come un tamburo, senza fermarsi. Mi sollevò la veste e cominciò a battermi il sedere con un bastone nodoso che era appartenuto a suo padre. Felix osservava la scena senza intervenire, un mezzo sigaro in bocca, l'aria beffarda. "Sei solo una viziosa schifosa, peggio delle puttane dei bordelli, loro almeno vanno con gli uomini e con i bianchi, non con le vacche nere come te. Io ti ammazzo, capito, ti ammazzo!" Pensavo che mi avrebbe ucciso davvero e l'idea in fondo non mi dispiaceva, Jessie mi avrebbe vendicato e io avrei smesso di soffrire e di vivere quella vita e se mi avessero tolto Jennie non valeva la pena continuare, per nessuna ragione. Fu Felix a salvarmi, strappandomi dalle mani della moglie, dicendole che dovevano castigarmi un po' alla volta. Mi trascinò nella stalla e mi chiuse lì, con le vacche. Quanto tempo trascorse? Una sera intera e una notte e la mattina le vacche si lagnavano perché nessuno le mungeva e io mi leccavo ancora le ferite e provavo dolore da tutte le parti e il dolore più profondo era non sapere nulla di Jennie, avevo paura per lei, cosa sarebbero andati a ...
... farle? Ma Jessie era forte, non sarebbe stato facile sopraffarla, avrebbe accoppato mia madre e Felix e sarebbe venuta a liberarmi. Il sole era ormai molto alto e io non resistetti più, sul retro della stalla c'era una piccola finestra, ruppi il vetro, mi tagliai anche ma un'altra ferita non poteva farmi male. Fuggii verso le baracche dei braccianti neri, correvo ma rimasi paralizzata a fissare un filo di fumo che si levava verso l'alto e ad annusare lo sgradevole odore di terra e di gomma bruciata. Giunsi alle baracche e i neri erano tutti lì, a guardare un enorme buco là dove c'era stata la baracca dei King. Tutti mi fissarono, e alcuni sguardi erano di pietà, altri di odio. Zia Georgine piangeva e io la supplicai di dirmi che era accaduto e dov'era Jessie e dov'era la sua famiglia. E zia Georgine raccontò che erano venuti di notte gli uomini incappucciati e avevano circondato la baracca di Jessie e avevano fatto uscire i suoi genitori e i suoi fratelli, avevano bruciato tutto e gli avevano ordinato di andarsene e non tornare più ma prima avevano detto che quella porca negra che faceva cose schifose con le ragazze bianche doveva essere punita in un modo che non avrebbe dimenticato. Così l'avevano trascinata via, l'avevano portata dietro le querce e l'avevano stuprata tutti ed erano almeno in venti e le grida di Jessie si confondevano con i latrati dei cani e ci volevano almeno tre uomini per tenerla mentre uno la violentava e uno solo degli uomini era rimasto con loro e parlava ...