1. Alternanza scuola-lavoro


    Data: 09/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Lerry

    ... verso un altro bicchiere di vino e mentre bevo avverto il cazzo gonfiarsi, crescere, espandersi nei bermuda (le mutande le ho messe in una busta di plastica, insieme al resto dei vestiti), e, al tempo stesso, le dita della mano corsara contrarsi e stringersi intorno alla massa sempre più dura e voluminosa. Quasi m'ingozzo quando il gradito ospite molla il cucuzzolo della montagnola e si infila agevolmente nei bermuda, il cui elastico, considerata la taglia abbondante, non aderisce a dovere ai miei fianchi, lasciando ampio spazio di movimento alla mano che ora mi afferra il coso, ne sente la vena pulsare con battito techno e, tenendo fermo il polso, comincia a menarlo metodicamente, con ritmo lento ed estasiante. Vittorio si infervora al suono delle sue parole, allude, mi sembra, alla possibilità di lavorare ai miei fumetti - gli ho detto anche questo, interrogato sulla mia passione -, Maria ogni tanto annuisce, sorride e sbocconcella la sua carne, senza smettere per un solo attimo il suo lavorio sotto la tavola, ed io, per completare il quadretto del simposio in atto, non scollo lo sguardo dal piatto, come in trance, sotto ipnosi, le posate nelle mani e dritte nei pugni poggiati sulla tovaglia come baionette sugli attenti, non mangio, non bevo, a stento respiro, emettendo bocconi di aria dalla bocca semiaperta, per poi andare in apnea quando affondo gli incisivi nel labbro un istante prima di venire a fiumi, con l'orgasmo che mi fa sussultare stimolando un rantolo che ...
    ... fuoriesce, compresso, sotto forma di sibilo, simile ad un nitrito, troppo, davvero troppo invadente e macroscopicamente fuori luogo per non interrompere finanche il più narcisistico soliloquio inscenato ad esclusivo uso e consumo del suo autore. "Tutto bene, ragazzo?", mi fa mister Banci dopo aver ingollato d'un fiato mezzo calice di Chianti e detersosi i baffoni. "Sì sì", mi affretto a rispondere, con le guance bollenti e rosse, suppongo, come brace viva, "Benissimo!" "Ottimo! Sono felice che tu abbia gradito", ha commentato alzandosi, "Il caffè è compito mio", e si è alzato avviandosi in cucina seguito dalla moglie che, pulitasi con nonchalance la mano col tovagliolo, durante il breve scambio di battute tra me e Vittorio, ha impilato i piatti e raccolto le posate, lasciando a tavola solo i bicchieri. Rimasto solo, valuto con sgomento l'ampia macchia di sperma che fa bella mostra di sé al centro dei bermuda di Vittorio. Considero il daffarsi, con quel poco di raziocinio elaborato dalle sinapsi impiastricciate dalla melassa postcoitale, per cui la sola mossa che alla fine ritengo valida è di non muovermi dal mio posto, rimanere fermo, con le gambe sotto la tovaglia, immobile come un corazziere alla porta del Presidente, almeno fin quando non mi viene in mente un'idea migliore. Il caffè è notevole - "scuola napoletana", precisa gongolante Vittorio -, e anche il rum di marca che accompagna la sigaretta. Poi, il padrone di casa prende commiato, "ché il lavoro chiama", ma prima si ...
«12...567...11»