In quell’ufficio (1)
Data: 27/12/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: rosamatura60
... stanza.
Devo avere certamente il viso di mille colori, sono seduta e, se le mie gambe non fossero molli, mi alzerei e fuggirei da quella stanza. Sento una pulsazione continuata nel mio basso ventre, sto facendo uno sforzo per non darmi sollievo, confortata, se così possiamo dire, dalle mille barriere morali che avvolgono il mio essere.
Ma è tutt’altro che finita. Debora può decidere il prossimo gioco e qui la storia mi riguarda.
Io ero seduta, impietrita, pietrificata dallo spettacolo cui avevo assistito, nel viso mille colori, nel cuore un tumulto, sensazioni contrastanti, divergenti affollavano i miei pensieri. Poi mi accorsi che soprattutto sentivo forte la gelosia per Lui, lui che fino ad allora non si era mai dichiarato a me, ma di lui io già subivo talmente l’influenza che, contro ogni mia precedente morale, avevo assistito a quell’incontro senza alzarmi e scappare indignata, come avrei fatto in simili occasioni.
Ero in quella terra di nessuno dettata dalla confusione quando sento la voce di Debora che dice “ Visto che ho vinto io adesso ci dedicheremo tutti alla nostra amata Rosa”. Non feci neppure in tempo ad elaborare in me quelle parole che me le ritrovai tutte intorno, con lui che sorrideva, divertito.
In breve, fu vano ogni tentativo di reazione da parte mia, in quattro, nonostante avessi improvvisamente trovata la forza per divincolarmi non fu difficile avere la meglio su di me e ben presto mi ritrovai praticamente nuda, rimasta in reggiseno e ...
... mutandine, un bel completo di pizzo nero, sentii lui esclamare: “Bellissimo intimo la nostra Rosa e come è attraente tutta la sua carne”… sentii il viso ribollirmi di vergogna per essere così mostrata, ma questa percezione non fece in tempo ad affermarsi, profittando di ogni mio falso movimento le quattro colleghe non faticarono a denudarmi completamente e mentre tentavo di coprirmi sentii lui dire “Tenetele le braccia aperte, fatemela ammirare per bene”, mi sentii mancare. Essere mostrata ad un uomo, al quale segretamente già tenevo, in quelle condizioni, dopo averlo visto all’opera con quattro donne era troppo. Svenni.
Mi ripresi e vidi cinque facce che mi guardavano, ancora intorpidita non ebbi modo di pensare ad altro, rimiravo le loro facce e vidi un bel sorriso nel volto di lui che mi sussurrò “Sei bellissima”. Questo mi fece ricordare di essere nuda e cercai di coprirmi, sentendo le forze tornare, intimai di lasciarmi rivestire ma non ebbi alcun successo. Ben presto sentii dieci mani che percorrevano il mio corpo e se riuscivo a fermarne una, un’altra la sostituiva. Tentai di rialzarmi, urlai, addirittura minacciai querele. Fu tutto inutile. Come videro che mi ero ripresa mi sollevarono dal divano e tenendomi le braccia boccate, continuarono a carezzarmi dappertutto, sentivo i sontuosi seni di Debora sulla mia schiena, il minuto corpo di Alessandra che carezzava il mio, e la lingua di Patrizia che vagava dai seni alla pancia, mentre Emanuela mi carezzava vigorosamente ...