1. Come parlarne? - Capitolo III


    Data: 23/05/2021, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    Non ci fu tempo per parlare. Il pianto, i singhiozzi e l’incontenibile euforia di Debora trascinarono la sorella Barbara, in camicia da notte e mezza addormentata, fuori dalla sua stanza, domandandosi quale fosse la causa di tutto quel rumore. Ma non appena ci vide, non ebbe bisogno di spiegazioni. Per trarre le sue conclusioni le bastò guardare le nostre facce. Sorrise, ma fu impietosa. Mi afferrò per le spalle e mi trascinò fuori dalla camera, blaterando, senza ammettere repliche, che il giorno dopo avrebbe dovuto prendere un aereo per tornare in Inghilterra e che aveva bisogno di dormire, non certo di sentirci pomiciare. Con uno stato d’animo alterato, in motorino, percorrevo quelle poche centinaia di metri che mi separavano da casa mia con andatura lenta, per poi, ad un certo punto, accorgermi di avere completamente deviato dal percorso e di essermi fermato di fronte al parco, testimone delle lunghe chiacchierate tra me e Debora. E mi sovvenne un ricordo di diversi anni prima, quando le avevo domandato come fosse finita poi con quel ragazzo che le piaceva, di cui mi aveva parlato in precedenza. Allora la risposta mi dispiacque. Da amico quale ero desideravo fosse felice ovviamente. Ma ora, a distanza di anni, con quel ragazzo, di cui, a pensarci bene, non ricordavo neanche il nome, o forse addirittura non lo avevo mai saputo, avevo un debito importante. Debora avrebbe potuto costruire una storia con lui, relegando me in un angolo dal quale non avrei saputo uscire. Quel ...
    ... ragazzo, senza saperlo, mi aveva concesso uno spazio vitale di estrema importanza per la mia crescita personale, ma anche per la crescita di una relazione importante con questa meravigliosa ragazza. Non riesco a ricordare altro di quella sera. Per qualche ragione quel pensiero fu tutto ciò che la mia memoria riuscì a registrare. Mi svegliai il giorno dopo, nel mio letto, con la sensazione che fosse successo qualcosa di importante. Poi ricordai la sera prima, a casa sua. Presi immediatamente il telefono e trovai un suo messaggio: “Ti amo tanto, sono contenta che ieri sei venuto da me… che mi hai detto quella cosa… Mi hai resa felice…” In quel momento provai un moto di odio intenso per il mio turno pomeridiano. Tutto sommato però era venerdì. Il giorno dopo avrei lavorato la mattina, mentre lei sarebbe stata a scuola. Avremmo avuto per noi il resto del weekend. Quella sera però ci incontrammo. Pensai che sarebbe stato un incontro fugace, a causa del freddo. Quando arrivai, mi aspettava fuori dal cancello, divertendosi a far condensare il fiato. Tolsi il casco, misi il motorino sul cavalletto e poggiai il casco sul sellino. Poi mi voltai verso di lei. Non perse tempo. Mi abbracciò e mi baciò sulla bocca. Fui inondato dal suo profumo. Continuò a baciarmi e ribaciarmi sulla bocca, prima sul labbro superiore, poi quello inferiore, spostandosi a destra e a sinistra, come se volesse assicurarsi di non aver tralasciato nulla. Io invece non riuscii a reagire. Mi sentii in un attimo come ...
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