1. Ma chi me lo doveva dire ... epilogo


    Data: 01/06/2021, Categorie: Etero Autore: reninytxis

    ... tempo dell’universo in quegli istanti, perché rovinare tutto con la fretta? Era, quello, un momento creato per gli affetti, da godere senza pensare a ieri o al futuro … il qui e adesso nascevano dal ventre, lo sentivo crescere lento ma prepotente. E quel sentirsi avvolto nella sua dolcezza incise un profondo, bellissimo ricordo.
    
    Mara si mosse lenta, alternando baci profondi ad ansiti ed abbracci che mi avrebbero potuto soffocare. Le mie mani scorrevano lungo la sua schiena, esplorandola come se mai l’avessero fatto fino a quell’istante. Cercavo la sua bocca con avidità e mi sentivo orfano se mi trascurava, mi sentivo come un bimbo affamato a cui si nega il seno.
    
    La stringevo a me non per paura che mi sfuggisse ma per il timore di lasciarla sola, che si sentisse abbandonata. Si strinse a me più forte del solito e la sentii irrigidirsi e tremare. Si rilassò lentamente e mi prese il volto tra le mani, guardandomi come se mi riconoscesse solo allora. Mi baciò a lungo prima di riprendere a stringersi a me facendomi penetrare nuovamente. Continuò a baciarmi senza mai fermarsi ma facendo ondeggiare il bacino con movimenti lunghi e profondi. Gli stimoli da me ricevuti non erano acuti come mi sarei aspettato, ma sentirla attorno a me, sentirla scorrere attorno a me, avvertire il suo piacere mi dava una sensazione di essere posseduto alla quale era meraviglioso cedere.
    
    I suoi movimenti continuarono ad essere lenti e controllati e con quello stesso ritmo accarezzavo il suo ...
    ... corpo fin dove arrivavo. Stringendo i suoi glutei, scivolai fino ad accarezzarle l’ano: lo sentivo pulsare e lo volli violare. Mara si strinse ancora più forte a me ed i suoi movimenti si fecero più ampi, come a volersi dividere tra il piacere della vulva e quello contro natura, aumentando la loro intensità ed anche il ritmo. Stavolta le mie sensazioni si fecero sempre più forti, in sincronia con le sue, sempre più pulsanti. Sentivo una marea risalire lungo le gambe, fermarsi nel ventre e risalire crescendo fino al petto finché esplosi. Ma non mi fermai, nonostante il dolore: fui preso da una foga irresistibile e continuai a spingere quasi con disperazione e la sentii ansimare, sempre più forte:
    
    -Si! Si! Oh mio Dio, si! Continua! Continua - ah … Aha … - sentii le sue unghie penetrare ancora una volta nella mia pelle ma l’idea di sanguinare per il suo piacere quasi mi rendeva euforico! La baciai con forza e lei rispose come se volesse inghiottire la mia lingua, anzi inghiottirmi completamente.
    
    Sentivo le gambe deboli. Forse sarei potuto crollare ma volli resistere: non avrei potuto sentirmi più completo, con Mara in braccio, semi abbandonata sulle mie spalle, avvolta attorno a me, con le sue labbra che mi solleticavano il collo e le spalle.
    
    Si sollevò e mi guardò sorridendo.
    
    -Perché il mondo non si ferma adesso?– mormorò.
    
    E davvero mi sarei lasciato scivolare via con quella creatura tra le braccia.
    
    Passò qualche minuto di baci e carezze, lunghi minuti che ...
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