1. Io, mia figlia e il mio datore di lavoro


    Data: 07/06/2021, Categorie: Incesti Dominazione / BDSM Autore: Leonard

    ... Martina. Quando si scostò capii. Le aveva messo un collare.- Ecco � disse Leonardi sorridendo � ora sembri proprio quella cagnolina tenera che ho sognato tanto quando ho visto le tue foto la prima volta. Vieni, mettiti per terra. Imparare a camminare a quattro zampe non è difficile, basta solo andare un po� indietro con gli anni.Leonardi prese Martina e l�adagiò sul pavimento. Poi infilò un dito in un anello laterale del collare e tirò leggermente.- Su, Martina! � disse � Forza. Andiamo!Martina si mise carponi per seguirlo. Percorsero così tutto il lato lungo del tavolo da pranzo. Venivano verso di me. Giunti davanti allo specchio Leonardi si fermò, si girò verso lo specchio e sorrise. Sapeva che ero lì, al di là della parete di vetro. Ora potevo vedere mia figlia da vicino. La fica e il culo erano completamente imbrattati di seme. Dovevano averne riversato in lei una quantità incredibile, che le sue aperture non riuscivano a contenere. Infatti stava colando. Leonardi se ne accorse.- Cosa fai, Martina? � le disse � Ti sembra bello sporcare un pavimento di marmo così lindo e pulito? Guarda che chiazza che hai fatto!Leonardi la prese per il collare e con la mano ...
    ... le spinse a terra la testa per farle vedere da vicino le gocce di liquido seminale finite per terra.- Su forza, pulisci! � la esortò, facendole capire che avrebbe dovuto usare la lingua.Alla vista di Martina che ripuliva il pavimento dallo sperma che le era fuoriuscito dalla fica e dal culo non riuscii a trattenermi e venni anch�io sul pavimento, assalito dall�incontenibile desiderio di rendermi in qualche modo partecipe di quello sperma che mia figlia stava leccando a terra a pochi centimetri da me.Mentre ero ancora sprofondato sulla sedia, scosso dai sussulti dell�orgasmo, vidi Martina allontanarsi a quattro zampe con Leonardi.- Vieni � le diceva Leonardi � non abbiamo ancora finito. Andiamo in camera da letto.Uscirono dalla sala seguiti da tutti gli altri. Io invece restai lì, seduto, con il pene ancora parzialmente eretto e una grossa chiazza di sperma ai miei piedi. La solitudine improvvisa e l�allentamento della tensione successivo all�orgasmo mi riportarono alla realtà. Un lungo brivido di terrore mi gelò il sudore nelle spalle. Dovevo essere completamente impazzito per essermi comportato così. Mi ricomposi in fretta e fuggii dalla villa a gambe levate. 
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