1. La mia iniziazione (cap.4)


    Data: 08/06/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: cagnettabianca, Fonte: Annunci69

    ... finì a dirlo che un conato più forte mi provocò la fuoruscita di parte della colazione.
    
    La sua reazione fu immediata. Si sedette e con forza mi posizionò sulle sue gambe. Cercai di ribellarmi ma venni bloccata dalle sue mani che iniziarono a battere vigorosamente sulle mie chiappe. Piangevo, lo imploravo di smettere chiedendogli scusa, ma tutto fu vano. Contai cinquanta colpi che arrossarono i miei glutei segnandoli di dolore. Mi ritrovai, subito dopo, in ginocchio ringraziandolo per la punizione impartitami e promettere di essere da quel momento la sua novizia e devota schiava.
    
    Sempre più attonita per tutto ciò che mi stava accadendo ero come un automa ed accettavo le sue regole. Minacciandomi di farmelo togliere con la lingua mi graziò porgendomi uno straccio e pulii il vomito che ancora era riverso sul pavimento.
    
    Posizionata prona sul lettino, ricominciò a massaggiarmi le chiappe. Le frizionò per parecchio tempo facendomi rilassare e prendere fiato, quando improvvisamente esclamò:
    
    “Hai bisogno di un clistere ”!
    
    Ero sconvolta, non ne facevo uno da quando ero piccola, me lo ricordavo doloroso. Mi preoccupai ma non avevo la forza di controbattere.
    
    Lo vidi prendere una sacca trasparente con due litri di liquido trasparente e appenderla al palo porta flebo. Mi posizionò a quattro zampe e dopo aver oliato abbondantemente il mio buco mi fece scivolare dentro una lunga cannula bianca che conduceva la sostanza al mio intestino. Sempre più umiliata stavo ferma, ...
    ... muta e col culo a ponte mentre la testa andava a piegarsi mortificata nel subire quella terapia, fino a quando i dolori lancinanti iniziarono a prendere il sopravvento nel mio ventre e non riuscii più a controllarmi. Ero in panico. Cominciai ad implorarlo e piangendo gli chiesi di sospendere quel trattamento.
    
    “Controllati”……..mi ripeteva e mi massaggiava imperterrito la pancia, spingendo le sue mani dai fianchi verso il mio ombellico e ovaie. Mi sembrava di scoppiare, credevo di non farcela, sudavo e gocciolavo le lacrime che venivano fuori dai miei occhi imploranti verso di lui che non si degnava di graziarmi e mi guardava con superiorità. Assorbiti nel ventre i due litri di clistere mi tappò il buco con il plug del giorno prima e mettendomi in piedi mi ordinò di camminare dritta per la stanza. Indossavo ancora le calze autoreggenti e le strette scarpe che insieme alle fitte intestinali mi facevano sempre più barcollare e assumere una postura curva.
    
    “Stai dritta e cammina con la testa in su” ….questo era il suo monito.
    
    Indirizzava il mio percorso con una bacchetta di legno che sferzava, ad ogni mio errore, sulle mie cosce e sulle mie chiappe. La pancia si era gonfiata tanto da sembrare un pallone, la immortalò scattando delle fotografie. Finito il book fotografico mi fece liberare evacuando sotto il suo sguardo vigile, seduta su una bacinella di plastica posizionata al centro della stanza. La vergogna era tanta, non avevo mai evacuato davanti ad un’altra persona. ...
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