1. Il momento giusto e’ all’improvviso


    Data: 09/07/2021, Categorie: Etero Autore: Doctor_S

    ... faceva impazzire! Gli sbottonò i pantaloni. Si alzò e glieli sfilò decisa, con forza. Gli si mise di nuovo a cavalcioni. Con le grandi labbra prese a muoversi su di lui. Era eccitatissima. Mentre lo baciava, percorrere il suo membro con la sua intimità la faceva diventare un lago. Marmoreo. Corposo. Perfetto nella forma. Lo desiderava! Allungò l’ampiezza dell’oscillazione fino a portarlo nella giusta posizione… e si lasciò penetrare. Quanto lo adorava! Mentre affondava dentro di lei lo avvertiva in tutta la sua dimensione. La riempiva senza farle male. Era fatto esattamente per lei, quasi su misura.
    
    Arrivò in fondo e lentamente arretrò. Con un movimento sinuoso del bacino lo portava esattamente dove desiderava, mentre le mani di Riccardo le sfioravano la schiena. Ancora brividi. Come la conosceva bene! Ancora in fondo e di nuovo indietro. Ad ogni passaggio, il glande la sfiorava in ogni punto facendola sentire completa. Il ritmo accelerò. Stretti in un bacio carico di ogni emozione, lui stringeva lei e lei stringeva lui. Con le mani serrate su quel culo stupendo, lui la guidava e la conduceva al piacere rendendo la penetrazione più profonda e decisa. Il suo membro era come se avesse una propria coscienza. Come se sapesse dove andare e come arrivarci senza mai sbagliare un colpo. E di colpi ce n’erano. Decisi. Netti. Ben distanziati, in modo da dare ai suoi recettori il tempo di percepire a pieno il piacere generato e di trasferirlo alla mente. Sembrava quasi che per una ...
    ... vita intera lui non avesse fatto altro. Quello era il suo mondo e lei, tra le sue mani, sapeva di non poter avere di meglio. Forse era proprio questa coscienza a darle ancora più piacere, incontentabile quale era. L’aumentare del ritmo la riportò alla splendida realtà. Ansimava, urlando di piacere
    
    . Lui era concentrato. Ne faceva una questione di principio. Doveva portarla allo sfinimento! La sollevò, ancora dentro di lei, e la stese sulla scrivania. Le prese i fianchi e lei cinse i suoi con le gambe.
    
    Andò a fondo come se la odiasse. Come se dall’altra parte ci fosse una parete da abbattere. Sempre più forte, sempre più a fondo.
    
    urlò ancora lei. Dentro e fuori, dentro e fuori. Ancora e ancora. Colpi su colpi. Fino in fondo. Il suo corpo non era più in grado di reagire. Ogni muscolo in tensione, mentre il calore si diffondeva ovunque. Quanto era bello, cazzo!
    
    Lui si sganciò dalla presa, la tirò al limite del bordo e le portò le gambe all’indietro. Serrò le mani attorno alle caviglie. Fu l’inizio della fine. L’ultimo atto di una guerra impari, nella quale lei era entusiasta di uscirne sconfitta. Colpo netto. Pausa. Affondo. Respiro. Affondo. Colpo. Affondo. Ancora colpo e ancora e ancora. Aveva più spazio per muoversi. Aveva un’ampiezza maggiore e la sfruttò tutta per farle sentire l’impeto che l’avrebbe battuta. Aumentò di nuovo il ritmo. Velocemente la penetrava a fondo, senza ormai permetterle di distinguere l’inizio o la fine del movimento. Le urla riempivano ...