1. Camilla, escort navigata


    Data: 05/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Andy Betta, Fonte: EroticiRacconti

    ... bravo il marito nel lavoro. Lui era sulla sessantina, parlava poco e mi guardava in modo strano. Finita la cena chiesi scusa a tutti dicendo che dovevo lavorare ad una tesina e salii in camera. Non so, qualcosa non mi convinceva. Mentre ero sul letto sentii bussare piano, andai alla porta, aprii e mi trovai davanti il padre della ragazza di mio fratello. Rimasi basita mentre lui entrò in stanza e parlò solo dopo aver chiuso la porta. “Piacere di rivederti… Camilla.” Rimasi di sasso, ecco chi era: uno di quei porci dell’orgia pissing. Cominciai a balbettare. “No, non agitarti, mia cara.” Disse lui per calmarmi. “Ho capito subito chi sei. E così questa è la tua famigliola, eh?” Io ero una statua di sale. “Mamma e papà sanno quale è il tuo lavoretto a Bologna?” Mossi la testa come per dire di no. “E’ il nostro segreto, quindi?” Annuii. Sorrise. “Lo sai come vanno queste cose vero? E’ la classica situazione in cui non hai molte scelte.” “...su ...su ...su cosa?” “Sul fatto che sei ricattabile. E, vedi, non sono una persona con molti scrupoli.” Sbiancai. “E sai anche benissimo cosa devi fare per avere il mio silenzio.” Deglutii e non sapendo cosa fare annuii. “Bene, allora facciamo alla svelta.” Lui aprì i pantaloni e tirò fuori il cazzo già in tiro. “Succhiamelo puttana, fai veloce.” Io ero in stallo, quando lui allungò la mano, mi prese per i capelli, mi inginocchiò e mi portò la faccia davanti al cazzo. “Ho detto di succhiare, puttanella. Vuoi che tutti sappiano che sei una ...
    ... puttana rottainculo che ama farsi pisciare in faccia?” Aprii la bocca e cominciai il pompino. Cosa potevo fare? Farlo al meglio, sperando che sborrasse presto. E po? Poi cos’altro mi avrebbe chiesto in futuro? Sapevo benissimo che questo genere di ricatti non finiscono col primo “pagamento”, di solito si paga più e più volte ed ogni volta diventa peggio. Succhiavo con vigore sempre più deciso, pensando a come sarei potuta uscire da questo incubo. Pensavo alle parole di Sara, quando mi diceva che i clienti vanno coccolati ma tenuti per le palle. Cominciai quindi a massaggiare i testicoli mentre con la lingua accarezzavo il glande. Lo guardai negli occhi con lo sguardo più da troia che riuscii a fare. Lo sentivo tremolare, era al limite. Mi staccai per un attimo: “riempimi di sborra, sono la tua puttana.” Ricominciai a succhiare e dopo due colpi di lingua sentii la bocca riempirsi di liquido seminale, caldo e salato. Mi alzai lasciando però la mano attorno alle palle, lasciai colare la sborra dalle labbra sul mento e sulla camicetta nera, macchiandola. Alzai il palmo della mano libera, mentre con l’altra strinsi un po’ le palle. “Ora dammi 50 euro per il pompino, o vado giù a dire a tutti che sei un puttanere.” Nel suo sguardo c’era perplessità. Una cosa è certa: non se lo aspettava. Vedevo che non sapeva come controbattere, mi teneva gli occhi fissi in faccia, probabilmente guardando la sua sborra che colava dal mio sorriso. Tolse il portafogli dalla tasca, prese 50 euro e me li ...