Dovette confessarlo al padre
Data: 22/07/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
... quel trattamento. Nessuno era mai stato così bravo. Sapere che quello era suo figlio lo eccitò ancora di più. “Cazzo, Alberto, fermati, fermati, sto per venire, fermartiii”. Ma non si fermò e non si sfilò neppure. Bevve tutto, fino all’ultimo, fino alla fine del sublime orgasmo. Spremendo con la mano, leccò le ultime gocce. Non volle perdersi niente di quel succo che lo aveva procreato.
Si abbandonò poi con la testa sulla coscia pelosa e muscolosa del padre, accanto al grosso membro flaccido e con in bocca il sapore del più buono sperma che avesse mai assaggiato. Si sentiva bagnato. Solo allora si rese conto di essere venuto nel pigiama, ma non si mosse. Respirava e gustava l’odore intimo del maschio.
Quell’abbondante sborrata non aveva però saziato le loro voglie, anzi forse erano aumentate. Si abbracciarono di nuovo e, mentre si abbracciavano, si spogliavano vicendevolmente con furia fino a rimanere completamente nudi distesi sul letto. Il corpo del ragazzo strideva a confronto di quello massiccio dell’uomo. In breve, tra baci e carezze, i loro cazzi tornarono ad essere rigidi come il marmo ma caldi e soffici come baguette di pane appena sfornate.
“Alberto, non ne posso più, mi fai impazzire. Ho voglia di possederti”.
“Si, papà, lo voglio anch’io. Prendimi, sono a tua disposizione”.
Il padre lo fece girare disteso a pancia in giù. Ammirò quel corpo perfetto, quel culetto a mandolino, sodo e morbido nel contempo. Lo accarezzò, lo massaggiò, lo palpò con forza ...
... con le sue grandi mani, gli allargò le chiappe e scoprì il buco voglioso che lo avrebbe accolto. Si vedeva bene che era stato profanato più volte e, solo l’idea di quello che gli avevano fatto, gli fece salire la libidine al massimo.
Puntò la cappella (non se l’era mai vista così grossa) e spinse con delicatezza in quelle giovani carni, reprimendo la voglia di usare la forza. Il glande venne risucchiato in un attimo e la corona passò facilmente lo sfintere. Il figlio lo incitò.
“Papà, non pensarci troppo, sfondami e montami come una vacca”.
“Oh si, piccolo mio, è quello che voglio” e da quel momento si trasformò in un toro da monta senza freni. Sbuffava come un bufalo mentre ci dava dentro con forza dapprima in tutte le direzioni e poi sempre più in fondo ad impalarlo col suo tronco nodoso. Gli vennero in mente le immagini più perverse.
“Tieni, prendilo tutto. E’ così che ti ti fai fottere dai camionisti? Dimmi, è così?”
“Si, così, mi piac…eee… ahhh. Siii. Rompimi il culo. Sfondami, sfondamiii…”
“Sei una troia, una lurida zoccola. Ti faccio vedere io come devono essere scopate le troie come te. Prendiii… Gli schizzi ti usciranno dalla bocca, piccola puttana”.
Continuò a martellarlo ed a coprirlo di insulti per una buona mezz’ora fino a che, con un urlo, “Aaagrr… Oooaaahhh… Sborrooo… Vengooo… Ti vengo in culooo, tesoro mio”. Lo strinse a sé e gli scaricò dentro un’enorme quantità di sperma bollente, abbandonandosi poi su di lui.
Il ragazzo, che era già ...