1. Matilde 02-05 - un parco nazionale di nome debra


    Data: 28/07/2021, Categorie: Etero Autore: Alex46

    ... si era intravista o che se ne era potuta assaggiare la fragranza, come se di paradisi terrestri ce ne fossero milioni.
    
    Dunque quella gioia casuale che Leo vedeva nelle belle cose attorno a lui non poteva essere che per lui. Anche un animale poteva comprendere la sincronicità dei due eventi. Così pensava il suo pensiero semplice e questa sicurezza gli teneva compagnia nei suoi vagabondaggi alla ricerca dell’odore di quella terra per nulla promessa, anzi negata da cartelli agghiaccianti.
    
    Due gemme stupende, liquide, erano al centro del parco. Spesso si chiudevano alla vista di Leo in un’immobilità apparente, come ostriche di un mondo irraggiungibile. Leo le fissava, quando erano dischiuse, e ne vedeva la mobilità di fiamma, una contraddittoria e contorta melodia visiva. Talvolta sembrava che le due gemme si interrogassero sulla propria sorte, che chiamassero a raccolta ogni conoscenza, ogni dato a disposizione per elaborare un responso. Di chi è questo cuore, sembrava chiedessero a se stesse le due gemme, cosa vuole questo nostro cuore che dunque, è vero, sarà selvaggio fino alla fine? Le due gemme emettevano segnali come una stazione radio che stia per affondare nell’Atlantico, parole smozzicate scritte su cartelli vistosi come chiamate di soccorso, suonavano “non è così come dici, non sei quello che sembri, il tuo ego è troppo forte, te ne sei innamorato, per quello faresti qualunque cosa pensando sia amore vero...” Le gemme si agitavano impazzite tra le fiamme e i ...
    ... vapori, travolte e anche un po' vendicative, pronte a stracciare i biglietti da visita, a fare terra bruciata ancor prima che guerra si dichiarasse.
    
    Un parco nazionale alloggia specie protette, si disse Leo addolcito, a sua volta però impaurito dalle minacce di espulsione violenta e da quell’agitarsi caotico che intravedeva dietro alle due gemme. Cominciò a pensare che quello era un gran bel posto dove stare, ricco di una magia mai vista nelle sue savane e tra le sue montagne. Un’oasi da proteggere e da difendere dagli intrusi, perché solo lui si sentiva di poterlo fare, solo con il suo tipo di amore si poteva fare. Si sentiva pronto a dare e a subire. Lo voleva con tutte le sue forze. Cercava il modo di tradurre questa volontà in un atto pratico, perché lì non c’era alcuna leonessa in calore, lì c’era una mente che chiedeva disperatamente d’essere amata come tale, con la sua inaffidabilità, la sua mobilità, gli sbalzi, le ripicche, la violenza e la tenerezza che di volta in volta le due gemme erano capaci di comunicare, magari assieme a un enorme bagaglio di conoscenze sulla psiche umana e animale e in un generale quadro di matematica astrologica.
    
    Più o meno come Michelangelo che urla al suo Mosè “perché non parli?”, Leo si ostinava a voler comunicare con Debra, con la differenza non da poco che Debra non era una sua creatura di marmo ma era magnificamente viva come lui, fino a poco prima dormiente come lui e come lui ora dominata dall’ansietà per la prossima devastazione. ...