Con la bella stagione quella del camper fu la genialata di mio marito:cornuto e contento
Data: 30/07/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: SexCulture, Fonte: Annunci69
... un centinaio di metri dalla strada.
Sia io che Angelo –dovete sapere- subiamo il fascino degli edifici abbandonati; un nostro amico, al corrente di questa nostra piccola mania, dice -ridendo- che siamo cacciatori di fantasmi, ma l’eccitazione che ci da l’aggirarci in una costruzione dove hanno lavorato, vissuto, amato, imprecato altre persone non la possiamo spiegare a chi non subisce, come noi, questo strano fascino.
Oltre a questo aspetto, bisogna anche considerare che Angelo si diverte molto a leggere le scritte ed a contemplare i disegni, spesso pornografici, che decine di visitatori –come noi, abusivi- hanno lasciato sui muri.
Mi sembra superfluo, a questo punto, dirvi che abbiamo lasciato il camper in uno slargo e che ci siamo avventurati nell’esplorazione di questa sorta di castello fatato.
Pur con qualche danno dovuto all’incuria di decenni, la costruzione si presentava bene: alcuni vani ed una grande stalla a pianterreno, mentre una solida scala di pietra permetteva di accedere alla casa del contadino che, a parte il pavimento crollato in una sola stanza, era in discrete condizioni.
Per una forma di… -chiamiamola così- mistica, in queste ricognizioni ci muoviamo sempre in modo piuttosto silenzioso (mi ha sempre affascinato notare che le persone di grossa taglia –come Angelo- si muovono, solitamente, facendo pochissimo rumore; molto meno, comunque, delle persone di taglia piccola: fateci caso! Io non faccio testo, perché sono –ormai- abituata a ...
... muovermi come mio marito) ed, entrando in un vano occupato da un enorme camino, abbiamo sentito come dei gemiti. La mano stesa di Angelo mi ha invitato a non fare rumore, mentre ci affacciavamo cautamente nella stanza: in un angolo un giovane sui venti anni (di gradevole aspetto, se devo dire) era impegnatissimo a fare un pompino ad un tizio sulla quarantina, dotato –a quanto potevamo notare- di un solido attrezzo e guarnito da un imponente borsa dei testicoli.
Uno sguardo col mio compagno è stato più che sufficiente per capirci al volo: lui si è sbottonato i jeans ed io, levandomi in un lampo l’abitino sotto al quale non indossavo nulla come piace a lui, gli ho immediatamente imboccato l’uccello –subito durissimo!-, sincronizzando i movimenti con quelli degli altri due i quali, dopo pochi istanti, si sono resi conto di non godere più dell’esclusiva del posto. Ovviamente il loro primo impulso è stato di ricomporsi ed assumere un’aria indifferente (“Ah, noi eravamo qui per caso, stavamo contemplando questo stupendo esempio di edilizia rurale…”), ma hanno capito che non avevamo nulla in contrario alle loro performances omosessuali, perciò si sono accostati un poco a noi ed hanno ripreso dal punto ove li avevamo interrotti.
Gli occhi di ciascuna coppia erano fissi sugli attributi dell’altra (per facilitare questa reciproca contemplazione mi ero alzata l’abitino fino ai fianchi) ed Angelo, mentre mi divaricava le natiche e mi accarezzava la fichina con la sinistra, tendeva la ...