Con la bella stagione quella del camper fu la genialata di mio marito:cornuto e contento
Data: 30/07/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: SexCulture, Fonte: Annunci69
... assicurai che non c’era alcun problema e li invitai a sedersi al tavolo, mentre ricaricavo la caffettiera e la mettevo sul fornello.
Vedevo, da una luce maliziosa in fondo ai loro occhi, che non era solo la voglia di caffè che li aveva spinti alla mia porta e, valutandoli gradevoli –entrambi sui trent’anni, massicci, scuri di pelo e di carnagione- decisi di vedere se da cosa poteva nascere cosa…
Chiacchierammo amabilmente, mentre il caffè filtrava, ed ammisi che ero in vacanza con mio marito, che non avevamo una destinazione od una tabella di marcia certa, che eravamo una coppia libera ed altre brevi banalità fino a quando la caffettiera cominciò a borbottare.
Allora mi alzai dalla panchetta per andare a versare il caffè nelle tazzine e, mentre ero davanti al fornello, una di queste mi sfuggì di mano e decisi, forse per aiutare gli eventi, di chinarmi –a gambe tese e tenendo rivolto il culetto verso di loro- per raccoglierla. La manovra servì a farmi salire l’orlo della canotta fino alla metà delle natiche ed a mostrargli spudoratamente il ciuffetto alla sommità delle cosce. Quando tornai al tavolo con le tre tazzine su un piatto a mo’ di vassoio, notai che i due, prima seduti affiancati, si erano ora seduti uno per panchetta; posai la zuccheriera e le tazzine sul tavolo e mi sedetti accanto a quello dei due che giudicavo più interessante. Zuccherammo e bevemmo l’infuso e quello che mi stava accanto esclamò:
«Brava, l’hai fatto veramente buono, come piace a ...
... me!» e per avvalorare il suo apprezzamento mi pose la mano sul ginocchio; visto che non davo segno di voler respingere il contatto –anzi, avevo leggermente schiuso le ginocchia-, si prese di coraggio e mentre faceva risalire la mano callosa sulla coscia mi chiese, con fare subdolo: «Cosa mai potremmo fare, per sdebitarci da questo ottimo caffè?» mentre, ormai, la sua mano era entrata in contatto coi peli della mia fichina in ebollizione ed io mi ero spinta con le natiche sul bordo della panchetta.
Le sue dita cominciarono subito a scorrere tra le pieghe della mia fichetta, strofinandomi la clitoride e procurandomi vibrazioni di piacere. Nel frattempo l’altro si era alzato in piedi, si era slacciato i jeans unti e mi puntava sulle labbra il cazzo ben duro. Cosa potevo fare, se non accoglierlo in bocca e cominciare a succhiarlo? Il primo, intanto, mi brancicava le tettine e mi spingeva il dito in profondità nella fichina. Poi mi fece alzare, si appoggiò con le natiche al bordo del tavolo e mi sollevò, impalandomi sul suo cazzo teso, cominciando a chiavarmi con lunghi colpi potenti e muovendomi, su e giù sulla sua mazza tesa, come fossi una bambola di stracci. Il sentire il suo bigolo che mi scorreva con facilità nella fichina, mi faceva letteralmente sciogliere di piacere.
Il suo collega, dopo averci contemplato per pochi istanti, decise di cogliere l’opportunità che gli si presentava e mi appoggiò il suo uccello, insalivato dal mio pompino di poco prima, sulla mia rosetta ...